BIG EAST 2014-15 - CREIGHTON E MARQUETTE
Secondo anno per la nuova Big East che potrebbe terminare, ancora una volta, con la vittoria finale di Villanova. In una conference molto equilibrata, di livello superiore rispetto a quella passata, però non sarebbe una grande sorpresa vedere una fra Georgetown e Xavier battagliare fino all’ultimo per il titolo. Senza dimenticare, ovviamente, Butler e St. John’s, pronte a stupire. Dovranno invece abbandonare i sogni di gloria, almeno per questa stagione, Creighton e Marquette, con De Paul impegnata a smentire, per la 7a stagione consecutiva, l’ultimo posto in graduatoria.
LE MEDIE - CREIGHTON BLUE JAYS
Doug Mc Dermott è uscito dal gruppo (quasi cit.). Battute a parte, i Bluejays devono fare i conti con la partenza di quattro quinti del loro starting-five. Oltre al nuovo giocatore dei Bulls, hanno lasciato Creighton anche Gibbs, Maniget e Wragger, tutti punti-cardine di un sistema che vedrà in Chatman l’unico reduce dalla scorsa annata.
McDermott padre, però, potrebbe ripartire subito da una buona classe di giovani. Harrell potrebbe stupire sin da ora, così come Artino, Brooks, Dingman e Zierden potranno avere l’opportunità di mostrare il proprio valore da titolari, dopo il ruolo marginale avuto la passata stagione. Le basi per ripartire ci sono ma, visto il livello generale della Big East, bisognerà attendere almeno un anno per rivedere qualcosa di veramente interessante.
LE PICCOLE - MARQUETTE GOLDEN EAGLES
L’addio di coach Williams è coinciso con quello dato da alcuni talenti interessanti, come Hill, Pierce e Shayok. Qui, a differenza di De Paul, del potenziale c’è ma ci sarà bisogno di un paio di stagioni per far sì che il nuovo progetto, affidato da quest'anno a coach Wojciechowski, cominci a portare i Golden Eagles a lottare per qualcosa di importante.
Il reparto esterni, formato da atleti come Wilson, Carlino e Mayo, non è affatto male, ma sotto canestro i problemi non saranno pochi, visto la stazza non proprio intimidatoria dei lunghi di Marquette. Cohen e Noskowiak rappresentano delle discrete speranze, ma non promettono di poter cambiare, almeno nell’immediato, le sorti di un team che farà fatica. Sul lungo termine, invece, la scelta di affidarsi a Wojciechowski potrebbe pagare.
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