Marquette, Travis Diener torna a casa


Former Marquette guard Travis Diener is No. 6 in school history with 1,691 points and third in assists with 617

È stato uno dei giocatori più amati del nostro campionato negli ultimi anni, grazie alle 4 stagioni con la Dinamo Sassari. Travis Diener ha lasciato il segno anche negli Stati Uniti: assieme a giocatori come Dwyane Wade e Steve Novak, ha portato Marquette alla semifinale nazionale NCAA – poi persa con Kansas – nel 2003 e in seguito ha giocato per cinque stagioni nella NBA. 

Playmaker dalla fenomenale visione di gioco, Diener è sempre stato anche un ottimo tiratore dell’arco. Prima di ritirarsi quest’estate, l’ex playmaker della Dinamo è riuscito a vincere il suo primo trofeo italiano: la Coppa Italia.

Dopo una carriera così intensa, terminata a 32 anni, Diener ha accettato subito di tornare a lavorare nel mondo del basket e più precisamente nell’ateneo con il quale aveva raggiunto traguardi straordinari. Marquette lo ha assunto a giugno come Director of Player Personnel. Dal campo alla scrivania, mantenendo sempre quella professionalità che lo contraddistingueva anche in campo. 
E chissà quanti ragazzi riusciranno a crescere negli anni grazie ai consigli di uno come Travis, che da giocatore riusciva a inventare e a incantare con innaturale facilità.

- Quali sono i tuoi compiti principali da Director of Player Personnel?
«Devo seguire i giocatori che fanno parte del nostro programma cestistico. Questo può voler dire ad esempio incontrare giocatori per fare sedute video o per discutere di altri aspetti. In sostanza il mio ruolo non è tanto diverso da quello di un assistente allenatore, con la differenza che io non posso partecipare al processo di recruiting al di fuori della nostra scuola e portare giocatori a Marquette».

- I Golden Eagles sono arrivati per l’ultima volta alle Final Four nel 2003, quando tu facevi parte della squadra. Che ricordi hai di quell’esperienza? Che effetto fa essere tornato nella tua alma mater?
«Quella stagione resta uno dei ricordi preferiti della mia carriera da giocatore. Non solo perché eravamo molto forti, ma anche perché eravamo molto legati tra di noi fuori del campo, c’era una grande alchimia di squadra. Tornare a Marquette è bellissimo. È l’università che abbiamo frequentato mia moglie e io e non è molto lontano da dove siamo cresciuti. E oltretutto è un grande college, per cui essere di nuovo qua è emozionante».

- Marquette ha perso tutto il quintetto della passata stagione. Che cosa pensi della squadra e quali sono gli obiettivi?
«La nostra squadra manca di esperienza, e non abbiamo nemmeno una gran profondità nelle rotazioni. In ogni caso, daremo tutto e giocheremo una pallacanestro di squadra. Non possiamo porci altri obiettivi se non quello di migliorare e sono sicuro che a febbraio saremo molto meglio di come siamo adesso». 

- Duane Wilson è reduce da due infortuni che gli hanno impedito di scendere in campo nella passata stagione. Riuscirà a guadagnare minuti già da freshman?
«Duane ha una possibilità di diventare un buon giocatore di college. Il problema è che, a causa degli infortuni, ha dovuto stare lontano dal campo per tutto l’anno e quindi non ha molta esperienza a questi livelli. Ha una grande attitudine per la pallacanestro e ha voglia di migliorare per diventare un giocatore importante».

- Quali sono i tuoi playmaker preferiti nel panorama NCAA attuale?
«Ne citerei due: Marcus Paige di North Carolina e Fred VanVleet di Wichita State. Paige mi piace perché è anche un realizzatore letale, VanVleet invece perché è un grande leader e in campo cerca di far rendere al meglio i propri compagni».

- Quali sono le migliori squadre nella Big East e quali le migliori nell’intera nazione?
«Villanova è la favorita per vincere la nostra conference. Ha ottimi giocatori e può finire la stagione tra le prime 10/15 squadre del ranking nazionale. In generale, penso che le migliori squadre al momento siano Kentucky, Arizona, Duke e Wisconsin».

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