Di Gennaro, una porta sul passato

01.04.2015 14:00 di Marco Ferri - Fonte: Il Giornale di Latina

Una porta sul passato. Raffaele Di Gennaro la aprirà domani, quando, al Francioni, farà tappa la squadra con la quale ha iniziato la sua carriera tra i grandi. Storia di non più di un anno fa, quando il 20enne di belle speranze, svezzato dall’Inter, scelse la periferia della serie B per iniziare per continuare quel percorso di maturazione in una carriera che gli addetti ai lavori gli preconizzano radiosa.

ENFANT PRODIGE – Il destino lo mette subito di fronte ai ricordi, facendogli sfidare l’Inter in Coppa Italia nella Scala del calcio italiano. Sarà la seconda delle sue 41 presenze stagionali. Tutte da titolare, con 51 gol sul groppone e 13 gare imbattuto, che hanno concorso alla salvezza last-minute della squadra di Claudio Foscarini, arrivata grazie a un girone di ritorno a ritmo da play-off: “L’anno scorso mi arrivavano molti più tiri in porta, c’era praticamente un assedio a ogni partita. Sapevamo di giocare rischiando sempre di perdere o pareggiare, per la vittoria serviva il 200%”. Un suo rigore neutralizzato a Maccarone, in inferiorità numerica alla penultima giornata, mentre il Latina - col piglio della grande - sbancava Cesena, certificò il raggiungimento dell’obiettivo e sedusse la dirigenza nerazzurra.

DUE VOLTE – Prima di allora i pontini vi avevano fatto i conti in due occasioni, risalenti al doppio confronto di campionato. Al “Tombolato”, nel giorno dell’esordio del nuovo allenatore Roberto Breda che dopo 20 minuti si ritrovò senza punte, fu Cejas a testare lo stato di grazia del portierino di Saronno. Un girone più tardi, a metà febbraio e nella settimana in cui scoprì che sarebbe presto diventato padre, fu Jonathas a batterlo consegnando ai pontini una vittoria assente da tre settimane: “Ricordo che rimasi colpito dallo stadio – raccontò in seguito Di Gennaro – e che nei primi venti minuti vedevo i miei compagni di squadra spaventati. Il Francioni è piccolo ma è un catino, in B non ci sono stadi simili”. Se l’attrazione di Facci & Co. maturò tre mesi dopo, insomma, il suo dardo scoccò ventiquattr'ore dopo San Valentino.

PRIMA DA EX – Cercato da Cagliari e Bologna, ha scelto la corte di Mario Beretta per confermarsi: “Volevo un’altra stagione in cadetteria per sentirmi pronto ad approdare in A. Latina era la prima tra le squadre a non essere state promosse, è una società seria e non appena si è presentata l’opportunità non ci ho pensato su due volte”, spiegò tra un infortunio e l’altro. Perché non si può certo dire che la sua non sia stata una stagione travagliata, iniziata con raggelante ritardo a causa del duplice infortunio – muscolare (strappo a Folgaria) e da trauma (micro-frattura alla rotula nell’occasione che causò il rigore su Mancosu a Trapani) – che gli ha permesso di riprendersi la titolarità solo a partire da fine novembre. Da allora è stato un volo continuo verso la serie A, fatto di 18 presenze con appena 12 gol subiti e nove uscite dal campo con la rete alle proprie spalle immacolata. L’Inter lo osserva da lontano, ma con la possibile cessione di Samir Handanovic, quella inevitabile di Juan Pablo Carrizo e con un Bardi che fatica a trovare continuità in A da titolare, non l’ha mai sentito così vicino. Lui lo sa ma non ci pensa. Domani, per la prima volta da ex, aprirà la porta al passato e c’è da scommettere che la chiuderà con altrettanta premura. Al fischio d’inizio, non appena allacciati i guanti di sfida.

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