Rivincita Barça, un anno dopo
Chi la fa, l'aspetti. Il 17 maggio 2014 fa l'Atlético sfilò la Liga al Barcellona pareggiando 1-1 al Camp Nou all'ultima giornata. Il 17 maggio 2015 il Barça ha restituito il favore sbancando il Calderon alla penultima: 1-0 firmato da chi se non l'uomo dei record, Leo Messi.
Dopo un anno di astinenza, 23-esimo campionato per i blaugrana, il quinto negli ultimi sette anni. Un titolo mai davvero in discussione, e sancito - con una giornata di anticipo - anche dall'aritmetica: secondo miglior attacco, 108 gol, tre in meno del Real Madrid; miglior difesa, con 19 reti incassate, dieci in meno dei Colchoneros di Simeone, che sulla muraglia del partido a partido ci ha costruito una filosofia.
Per trovare una prima differenza tra il primo Barça del Pep e il primo Barca di Luis Enrique, si può cominciare da là dietro: dalla difesa.
Tante, invece, le analogie con lo squadrone del 2009, quello del triplete; e qui la Juve - che insegue lo stesso traguardo - farà bene a preoccuparsi. A cominciare dal possesso palla, integrato con un pressing più basso rispetto ai precetti guardioliani, per liberare praterie alla MSN: 115 gol in stagione e 78 in campionato tra Messi, Neymar e Suarez, in campo solo dal 25 ottobre per il morso a Chiellini e in jeans alla festa dei campioni per una contratturina agli adduttori.
Il Pistolero tornerà per le finali: in Copa del Rey con l'Athletic Bilbao il 30 maggio, in Champions League con la Juve il 6 giugno a Berlino. Il triplete, chi l'ha già fatto, se lo aspetta.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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