Nba, mai cosi tanti soldi! Ma li butta via...

Il nuovo contratto Tv ha moltiplicato quelli dei giocatori, anche mediocri. Cos. molti club sono in perdita

di Massimo Oriani, Gazzetta dello Sport, 28 luglio 2015

Difficile piangere miseria quando infili 64 milioni di dollari nelle tasche di Tobias Harris. No, non abbiamo detto LeBron James, e neppure un ottimo titolare come il nostro Danilo Gallinari. I Magic pagheranno 16 milioni di dollari a stagione per continuare ad avere nella loro rosa un 23enne che nell’ultimo campionato ha viaggiato a 17.1 punti di media in un team straperdente. 

Per carità, non è certo un brocco, ma è la fotografia di come l’aumento del tetto salariale, salito a 70 milioni per squadra per il 2015-16, abbia gonfiato a dismisura contratti di comprimari che una volta non si sarebbero nemmeno sognati di poter intascare cifre simili.

Non più tardi di 15 anni fa, con 16 milioni all’anno ti potevi permettere un certo Kevin Garnett. Dopotutto il più pagato nella stagione ‘99-2000 era Shaq con 17. Pensate che nell’84-85 c’erano solo 11 giocatori che superavano il milione, con i soli Magic Johnson e Moses Malone appena oltre i 2. Larry Bird si metteva in tasca 1.8 milioni ed era all’apice della carriera.

TELEVISIONE - Ovvio, altri tempi, altri contratti televisivi (dall’82 all’84 la Nba prendeva solamente 5.5 milioni l’anno, oggi la folle cifra ha raggiunto i 24 miliardi per 9 anni), metteteci pure l’inflazione, ma l’esplosione degli stipendi dei giocatori di media-bassa fascia è la vera rivoluzione del basket pro’ dei giorni nostri. E’ chiaro che il Prescelto venga pagato 23 milioni l’anno, in attesa di firmare un pluriennale che, col salary cap che salirà a circa 89 milioni tra una stagione e addirittura a 108 nel 2017-18, potrebbe superare i 40 milioni a campionato, ma sono i 16 di Harris a far storcere il naso. 

Il commisioner Adam Silver ha di recente detto che «un gran numero di franchigie perdono soldi perché le uscite sono superiori alle entrate». Forse necessiterebbero di una spending review, di qualcuno che gli consigliasse che 33 milioni per 4 anni, quelli sborsati da Sacramento per Kosta Koufos, 5.4 punti di media in carriera, non sono un buon investimento. O che 60 milioni in 4 anni a De-Marre Carroll, cifra con cui si è accordato coi Raptors sulle ali dell’ottima stagione disputata ad Atlanta, per uno che fa dell’energia la sua caratteristica principale, non sono il modo migliore per far quadrare i conti e vincere le partite.

AFFARI - La scelta giusta è stata quella dei Boston Celtics, che non si sono fatti prendere la mano dalla frenesia nei primi giorni di mercato (in 24 ore sono stati siglati contratti per il valore complessivo di 1.4 miliardi di dollari), evitando di strapagare gente che non vale un decimo dei soldi che guadagna (con tutto il rispetto, gli 86 milioni in 5 anni di Miami per Goran Dragic ci sembrano tantini, per non parlare dei 51 in 3 anni dei Bucks per Greg Monroe), decidendo di continuare la politica dei piccoli passi, dando sì 12 milioni ad Amir Johnson ma per una sola stagione (con opzione per un 2° anno), tenendosi quindi ampio spazio sotto il tetto per il 2016-17. Bene ha fatto Marco Belinelli a monetizzare (19 milioni per anni coi Kings), così come il Gallo a prolungare coi Nuggets per altri 2 anni a 17 milioni a stagione. Visto chi strapagano, viene da dire che Sacramento e Denver hanno fatto un affare.

NUOVE FIRME

1. LeBron James (1) 
CLEVELAND Media dei milioni di $ per anno  di contratto (tra parentesi)

2. Marc Gasol (5)
MEMPHIS 22.6

2. Kevin Love (5)
CLEVELAND 22.6

4. DeAndre Jordan (4)
LA CLIPPERS 22

5. LaMarcus Aldridge (4)
SAN ANTONIO 21

6. Dwyane Wade (1)
MIAMI 20

6. Brook Lopez (3)
NEW JERSEY 20

8. Paul Millsap (4)
ATLANTA 19.3

9. Kawhi Leonard (5)
SAN ANTONIO 19

9. Jimmy Butler (5)
CHICAGO 19

11. Enes Kanter (4)
MEMPHIS 17.5

11. Wes Matthews (4)
DALLAS 17.5

13. Goran Dragic (5)
MIAMI 17.2

14. Greg Monroe (3)
MILWAUKEE 17

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