FOOTBALL PORTRAITS - Pressley, BraveHearts


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Esploso tardi, il capitano dei Cuori di Midlothian incarna il simbolo dei “Jambos” e i valori più cari al calcio britannico: grinta, agonismo e determinazione. L’anti-Keane, se ne esite uno, è lui

di Christian Giordano ©, Guerin Sportivo © (2006)

“The Captain of Her Heart”, il Capitano del suo cuore, cantavano con successo (l’unico) i Double nel 1985. Il compianto zurighese Felix Haug scrisse quelle parole per una ragazza, ma oggi fanno pensare al carismatico condottiero dei Cuori: Steven Pressley. “Chewbacca” (come l’irsuto personaggio di Guerre stellari) o, più di recente, “Elvis” (giocando sul cognome), non è solo l’anello di congiunzione tra la tradizione e la nuova proprietà legata al magnate russo, cresciuto in Lituania, Vladimir Romanov. È il cavaliere senza macchia e senza paura (anche se, dopo un paio di errori dal dischetto, per un po’ ha lasciato i rigori a Paul Hartley), il trascinatore, l’uomo-simbolo dell’Heart of Midlothian, primo club di Edimburgo e sempre più terzo polo del calcio scozzese; in campo (dal ’98 al 2005, tre volte dietro la coppia Celtic-Rangers, più le semifinali i SFA Cup e Coppa di Lega scozzese) e fuori. È il talismano del Tynecastle come lo fu John Robertson, e ben oltre la fascia che sfoggia sulla maglia numero 4 dall’agosto 2001. E se volete un perché, non occorre tornare così indietro, basta un aneddoto risalente alla trasferta di Scottish Premiership contro il Falkirk del 2 ottobre 2005. 

Dal 27’, gli Hearts sono sotto 0-1 e in dieci per l’espulsione del portiere Gordon (autore del fallo da rigore su Duff, che poi ha trasformato il penalty). Nella ripresa, Skacel, Jankauskas e Hartley si mangiano il pareggio e sul primo contropiede avversario proprio lui, il Capitano, combina la frittata: prima con un retropassaggio di testa troppo corto, sul quale Duffy anticipa l’uscita di Banks, e poi con la carambola (di ginocchio) con cui la palla elude l’intervento alla disperata di Webster e finisce beffardamente in rete: 2-0 e partita che pare finita, anche perché i Bairns sfiorano più volte il terzo gol. Ma siccome, per dirla alla Vialli-Belushi, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, Pressley si fionda in avanti e, su una punizione di Skacel, ci mette lo zampone: 2-1. Il pareggio arriva al 90’, inutile dire da chi. Spiovente in area, Skacel ci prova di testa, rimpallo favorevole a The Captain, che in mischia fa 2-2. Il premio più inatteso? Una bottiglia di Chianti offertagli da Fabio Tavelli, telecronista di Sky che la partita l’ha commentata fin quasi a commuoversi, e recapitatagli tramite il presidente del fans club lombardo degli Hearts e che a Tavelli aveva scritto via e-mail. Facile immaginare che, alla vista, il giocatore abbia sgranato gli occhi, compreso quello suturato con 4 punti nel derby perso 0-2 il 29 ottobre contro gli Hibs. 

Difensore centrale di puro stampo britannico, gran fisico (1,83 x 79 kg), forte di testa e negli inserimenti offensivi (specie sulle palle inattive), Pressley supplisce con grinta, carisma e combattività alle lacune di classe e di velocità. Difetti che assieme agli infortuni (quest’anno la schiena non gli dà tregua) gli hanno fatto patire, in nazionale, la concorrenza del durissimo Colin Hendry, di 8 anni più anziano. Proprio accanto a lui, debuttò nell’amichevole che la Scozia giocò il 29 marzo 2000 contro la Francia davanti ai 48 mila dell’Hampden Park di Glasgow. Pressley subentrò al 46’ a Paul Ritchie, 7’ prima del vantaggio transalpino di Wiltord, raddoppiato all’89’ dal “solito” Henry. Trascurato dal tedesco Berti Vogts, con il quale la gioia di giocare era «quasi sparita», l’esperto Pressley (28 caps) è tornato a dirigere la retroguardia blu notte con il nuovo Ct Walter Smith. E lo farà a lungo, anche se meno della gavetta fatta per emergere.

Steven nasce l’11 ottobre 1973 a Elgin, ma cresce a Dalgety Bay, nel Fife, poco più a nord di Edimburgo. Appena 17enne, un anno dopo aver firmato con l’Inverkeithing Boys Club il primo contratto, viene adocchiato dai Glasgow Rangers, che il 2 agosto ’90 se lo portano a Ibrox. Il debutto in prima squadra coincide con l’unica presenza del ’91-92, annata conclusa dai ’Gers come la successiva e cioè con il Double: campionato-Coppa di Scozia (in finale, 2-1 agli Airdrieonians nel ’92 e all’Aberdeen nel ’93). Chiuso al centro della difesa da Richard Gough, John Brown, Dave McPherson, nel secondo anno Pressley raggranella solo 8 presenze. Più significativo il suo contributo nel ’93-94, 23 gare e un gol nel 6° titolo consecutivo dei Blues che lasciano la coppa (0-1) al Dundee United.

Il 19 ottobre, dopo 2 partite (e una rete) nella Scottish Premiership 1994-95, Steven tenta il grande salto. Lo fa però nella squadra sbagliata, il Coventry City, che per averlo scuce 630 mila sterline. L’esperienza termina con il torneo, che Pressley onora con 18 presenze (17 delle quali da titolare) e una rete. Complice il difficile rapporto con gli arbitri locali, che, alla faccia degli stereotipi, poco gradiscono la sua irruenza in campo, l’allora nazionale Under 21 torna in Scozia, ma al Dundee United del “duro” Jim McLean. Agli arancioni costa 750 mila sterline, subito ripagate con finale in Challenge Cup e promozione dalla First Division. Nel 1996-97 è l’uomo chiave della squadra terza nella Scottish Premier Division e semifinalista nella SFA Cup. Le sue autorevoli (e autoritarie, con compagni, arbitri e avversari) gli valgono la leadership anche nella Under 21 con la quale raccoglie 27 “gettoni”. La stagione seguente, lo United partecipa alla Coppa UEFA (torneo che Pressley disputerà anche nel 2003-2004 con gli Hearts, memorabile la sua prova nel successo per 1-0 a Bordeaux, ndr), arriva in finale di Coppa di Lega e in campionato si salva. Per Steven, in scadenza di contratto, è tempo di migrare. Dopo tre campionati, il 1° luglio ’98, si trasferisce a parametro zero all’Heart of Midlothian. Il club della sua vita, anche se non dal principio. 

Il manager Jim Jefferies, vistasi smembrata la squadra che ha appena vinto la Coppa di Scozia, è costretto a schierare Steven spesso fuori ruolo e il ragazzo si perde un po’ prima che al Tynecastle si accorgano di avere l’erede di una tradizione di difensori centrali che in vent’anni ha visto protagonisti, nel club e nella Scozia, Sandy Jardine, Craig Levein, McPherson, Alan McLaren, David Weir, lo stesso Paul Ritchie (cui Pressley era subentrato all’esordio in Nazionale “A”) e Andy Webster. 

«Mia madre è della zona vicino a Dalkeith e a Bonnyrigg e nella sua famiglia sono sempre stati tifosi dei Jambos – ricorda Steven – Da ragazzo io non lo ero, ma lo sono diventato. Anche se ho giocato nei Rangers, nel Coventry e nel Dundee United prima che Jeffries mi portasse a Edimburgo, questo club già lo portavo nel cuore. Chiedete a mia moglie se qualche volta, specie negli due-tre anni, sono stato troppo coinvolto in ciò che succedeva in squadra e in società. Gli Hearts significano molto per me e a volte certe cose le ho portate con me a casa, il che non è l’ideale. Ci sono state situazioni difficili e stressanti, tanti cambiamenti e non solo in panchina ma anche nel via-vai di dirigenti. Come capitano, sono rimasto l’unica costante di questi ultimi otto anni, e forse ho portato sulle spalle un peso superiore rispetto quelli dei capitani di altri club. Ma sono più che felice di questa responsabilità. Ed è per questo che voglio vincere qualcosa qui». Che a 33 anni, magari contando sui soldi di Romanov, che lo scorso marzo lo ha blindato fino al 2007, significa spezzare il duopolio dell’Old Firm e far ascoltare ai Cuori di Graham Rix l’inno della Champions League. Musica, per le orecchie di “Elvis”. The Captain of the Hearts.
  Christian Giordano ©, Guerin Sportivo © (2006)

La scheda/Steven Pressley

Nato: 11 ottobre 1973, Elgin (Scozia)
Statura e peso: 1,83 x 79 kg
Ruolo: difensore centrale
Club: Inverkeithing Boys Club, Glasgow Rangers (1990-94), Coventry City (Inghilterra, 1994-95), Dundee United (1995-98), Heart of Midlothian (1998-)
Esordio in Nazionale “A”: Hampden Park (Glasgow), 29 marzo 2000, Scozia-Francia 0-2
Presenze (reti) in Nazionale “A”: 28 (0)
Presenze (reti) in Nazionale U21: 27 (0)
Scadenza contratto: 2007


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