Il re Guerreiro e il gabbato Jonathan


Dal Portogallo con furore. Ma anche con tanta testa e buone gambe. 

A Ruben Guerreiro il tappone - reso ancora più tale da freddo e pioggia - di Roccaraso, al suo connazionale João Almeida, il settimo giorno in rosa. 

Una maglia così "calda" e pesante - da non volerla coprire tutta con la mantellina, e capace di farti arrivare in maniche corte anche sotto il diluvio dopo 177 km da lanciano ad Aremogna, 4 GPM e quasi quattromila metri di dislivello.

Scalatore scaltro, Guerreiro, che s'è fatto tirare quasi sempre da Jonathan Castroviejo, ultimo dei fuggitivi di giornata ad arrendersi.E beffato sul traguardo com'era successo sull'Etna a Visconti, alla terza tappa, con un altro della Education First, l'ecuadoriano Caicedo. Allora lo Jonathan beffante, non quello beffato. Quarta fuga su quattro andata in porto dopo quelle di Caicedo, Ganna e Dowsett.


Nella generale, qualcosina è successo: Almeida ha 39" di vantaggio ma sull'olandese Wilco Kelderman, che ha scavalcato lo spagnolo Pello Bilbao, terzo a 39"; e 53" su Domenico Pozzovivo che ha scalzato Vincenzo Nibali, quinto a 57", è diventato l'italiano meglio piazzato.

Al primo riposo, dopo una settimana abbondante, un Giro che si fa guardare, che parla anche italiano (la super doppietta di Ganna, l'acuto di Ulissi) e resiste a maltempo e covid. Sin qui, solo la positività di Simon Yates, uno dei favoriti per il podio a Milano già out come Geraint Thomas, caduto per quella maledetta borraccia.

Si teme per i tapponi alpini a ottobre inoltrato. Ma per quelli ci sono pur sempre i piani B e C. 
L'unico che fa davvero paura è quello in mezzo a noi. Quello invisibile.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
11 ottobre 2020

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