Robin Friday, il più grande mai visto


Una volta Maurice Setters, storico capitano del Manchester United ma all’epoca (temerario) trainer del Reading, lo mise a sedere e gli ringhiò in faccia: «Robin, se ti togli dalla testa alcool, droga e donne, in tre anni sarai capitano dell’Inghilterra». Friday lo guardò e chiese: «Quanti anni hai?». Setters rispose e Robin, con un sorrisino, replicò: «Io ne ho la metà e ho vissuto il doppio». Prego aggiornare il cliché: se George Best è stato la prima popstar del calcio, Robin Friday ne fu la prima rockstar. Ma se ne accorsero in pochi. Pochissimi.

Figlio della working class, un’infanzia trascorsa col pallone nel duro council estate di Acton, Londra ovest, Robin e il gemello diverso Tony (nato 20’ dopo, il 27 luglio 1952) il calcio lo avevano nel sangue da mamma Sheila, figlia di un ex Brentford, e papà Alf, tifoso da sempre. Per la prole, una effimera simpatia per l’Everton e già dai due anni, quando il padre comincia a portarli allo stadio, via alla passionaccia per la squadra di famiglia. Logico che i primi idoli calcistici fossero dei Bees, George Francis e Jimmy Towers. Con una licenza per Robin, che adorava anche Jimmy Greaves, «perché segnava lui tutti i gol», dice Tony, più scuro, piccolo e tozzo rispetto al fratello, cresciuto fino a 1,87.

Falliti provini e stage con Crystal Palace, QPR e Chelsea, mollati gli studi a 16 anni per andare a fare il muratore, inizia nel Walthamstow Avenue (oggi defunto) e continua all’Hayes, che è più vicino a Acton e lo paga pure il triplo: 30 sterline a partita. Nella leggenda ci entra segnando da ubriaco (ovviamente smarcato) l’unico gol della gara, che per 10’ i compagni giocano in dieci: lui era al pub a finire l’ennesima pinta.

Ai Biscuitmen lo porta a fine 1973, per 750 sterline, il manager Charlie Hurley, l’unico capace di “gestirlo”, che se n’era innamorato affrontandolo in FA Cup. In biancoblù debutta con una doppietta nel 4-1 casalingo all’Exeter City, il 10 febbraio 1974. L’anno dopo, è Giocatore dell’anno nel Reading promosso in Division Three, ma a fine 1976 (dopo 135 gare, 53 gol) è al Cardiff City, in Second Division, per sole 30.000 sterline. 

Altra doppietta al debutto, a Capodanno ’77, contro il Fulham del declinante Bobby Moore, omaggiato con stretta ai testicoli, remake interpretato dieci anni dopo da Vinnie Jones a Paul Gascoigne. Ma dopo 25 partite riprecipita nel calcio di non-league. 

Il più forte e carismatico pazzoide nella storia del Reading (nel ’99 fu eletto Giocatore del Millennio anche da chi ne aveva solo sentito parlare), Friday è stato IL ribelle nell’epoca d’oro dei “mavericks” del calcio inglese. Un centravanti potente e geniale ma fuori di testa. L’epitome del genio e sregolatezza con un fisicone e una faccia che sembravano usciti dall'inquietante Cane di paglia originale, quello di Sam Peckinpah.

Impossibile dimenticarne il temperamento bizzarro (in un locale si presentò vestito del solo soprabito) e selvaggio che in tre partite lo portò a baciare un poliziotto, a tirare giù i calzoncini a un avversario e, dopo essere stato espulso, a defecare nel bagno degli ospiti. Ma anche il celebre gol nel 5-0 al Tranmere del 31 marzo 1976: fuori area, stop di petto spalle alla porta e, nello stesso movimento, girata e gran botta sotto l’incrocio destro da far venir giù la Tilehurst-end e l’intero Elm Park. Gli è sempre mancato un venerdì (friday), ma un Venerdì così ai Royals mancherà per sempre.

Si è perso in quarta serie perché niente prendeva sul serio, viveva il calcio come un hobby e ogni giorno come fosse l’ultimo. Che arrivò, per droga e alcool, a 38 anni: il 22 dicembre 1990, quando fu trovato morto, per arresto cardiaco da overdose, nel suo appartamento londinese.

I Super Furry Animals gli hanno dedicato uno sboccatissimo disco e la copertina ("The Man Don't Give A Fuck", con la foto del celebre “vaffa” con le dita a V al portiere del Luton, a cui aveva appena segnato col Cardiff); Paolo Hewitt e Paul McGuigan, fino al ’99 bassista degli Oasis, una biografia dal titolo inevitabile: “The Greatest Footballer You Never Saw”.

Il più grande mai visto, e non solo in tv.
Christian Giordano
Guerin Sportivo (2006)



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