Notte Speciale per nonno Ranieri
I capelli sono bianchi, ma la gioia e lo sguardo - dietro le spesse lenti da presbite - sono quelli quelli di un bambino.
"Nonno" Ranieri ha battuto José Mourinho e il Chelsea, la squadra che lui, da Tinkerman, aveva costruito, smontato e rimontato pezzo per pezzo prima che Abramovich la coprisse d'oro e la affidasse allo Special One.
Chi l'avrebbe mai detto? Con il suo piccolo Leicester City, Ranieri affrontava da capolista il Chelsea campione, e pazienza se in crisi profondissima...
E non solo lo guardava dall'alto in basso, ma lo ha pure sconfitto. Meritatamente. Parola di Mou, uno mai noto per autocritica.
Soddisfazione doppia e tripla per "er pecione", come lo chiamavano a Roma gli amici di piazza San Saba: in romanesco, "ciabattino", e neanche tanto bravo. Poi sarebbero arrivati "il piccolo Lord" e "il Principino", perché il Regno Unito era nel suo destino.
«Ha settant'anni, e' da cinque in Premier e in inglese non sa dire neanche "buongiorno" e "buonasera"», fu l'icastica sferzata del suo successore allo Stamford bridge.
Che soddisfazione e che gioia dev'essere stata per Ranieri. Uno che non cita Sartre, che ai media non regala slogan né tituli, ma sa di calcio come pochi. Ha gettato fondamenta ovunque sia stato, e vinto più di quanto si pensi. Certo non quanto il suo storico rivale, ma a differenza dello Special One, dietro di sé mai ha lasciato macerie.
Tutto questo, Ranieri non lo dice, ma glielo leggi. Negli occhi.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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