Io e il mio amico Eric, uno che fa girar la testa

di KEN LOACH, la Repubblica, 24 maggio 2016

Ci sono persone che hanno una qualità speciale, una presenza, un modo inconsapevole di passeggiare dentro una stanza facendo girare le teste. Eric ne ha da vendere. Guardatelo mentre paralizza una folla di settantamila persone in uno stadio di calcio e a quel punto sarete davvero consci di un talento per la ribalta che molti attori invidierebbero.

Ma lavorare con Eric è stato abbastanza diverso. Paul Laverty, che scrisse la sceneggiatura de "Il mio amico Eric", trovò la maniera di descrivere il personaggio in parte basata sull'immagine pubblica, piena di risposte sagge, proverbi, battute brillanti e in parte riflesso del calore e del buon umore dell'uomo reale.

Quel che non avevo realizzato e di cui non mi ero reso conto era la capacità di Eric di ridacchiare. Le immagini girate erano piene di situazioni assurde e involontariamente comiche. Se su un set cinematografico non c'è una risata, vuol dire che qualcosa è andato storto - e noi di certo abbiamo riso tanto. Eric era semplicemente uno di noi, perché non avrebbeb dovuto? È uno che sa fare squadra, fino al midollo. Provava un piacere enorme a nel fare delle sorprese agli altri attori con i quali lavoravamo. Siamo ancora in contatto, di tanto in tanto ci vediamo e ci teniamo aggiornati sui pettegolezzi l'uno dell'altro. E ho il sospetto che Eric ci riserverà ancora parecchie sorprese in futuro.

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