ESCLUSIVA - BRAILSFORD: «Calma e giallo»


INTERVISTA ESCLUSIVA - DAVE BRAILSFORD, Team Principal Team Sky

di CHRISTIAN GIORDANO, 14 luglio 2016

SAINT-LAURENT-DES-ARBRES - È stata una giornata movimentata. Il Team Sky ha corso bene, abbiamo attaccato più del solito, poi c’è stato l’incidente ma alla fine è stata presa la decisione giusta. 

L’ASO e l’intera organizzazione hanno lavorato bene, hanno affrontato i problemi con grande serietà. Ogni anno organizzano in modo fantastico una grande corsa, molto, molto difficile, anche dal punto di vista logistico. Il Tour è una corsa eccezionale e un grande show. Ma come in tutte le cose, s’impara strada facendo. Ci sono stati degli episodi cui hanno dovuto rimediare, ma stanno facendo un ottimo lavoro. Quindi credo che la domanda che dobbiamo porci sia sempre la stessa, e cioè come imparare da questi episodi. 

Lasciare la maglia gialla a Chris Froome è stata una decisione corretta. È stato riconosciuto che Chris stava attaccando, che Richie Porte è finito contro una moto e che gli altri dietro di lui non potevano evitare l’impatto. Mancava un km all’arrivo ed è stato un incidente che nulla aveva a che fare con lo svolgimento della corsa. Quindi credo che la giuria abbia preso la decisione giusta. Si parla sempre di fair play nello sport e questo ne è stato un ottimo esempio. 

È vero, una cosa simile non si era mai vista, ma anche questo è il ciclismo. E il ciclismo è uno sport fatto d’imprevisti. È verissimo, però: una cosa del genere (un corridore che arriva correndo al traguardo) non si era mai vista. Credo che il tutto sia stato gestito nel modo migliore. La cosa più importante era restare calmi, assicurarsi che nessuno si fosse fatto male ed essere pronti per la tappa successiva. 

Richie Porte ha corso benissimo, è stato davanti per quasi tutta la gara. I tre corridori coinvolti erano molto vicini fra loro e non è stato possibile evitare l’incidente, ma si è trattato di un caso isolato e molto particolare. Richie è un grande corridore, aveva una grossa occasione e ha cercato di sfruttarla. E credo che sarà molto probabile vederlo sul podio a Parigi. 

Io credo ci sia un tempo per arrabbiarsi (per incidenti come questo) e un tempo per restare calmi. Questo è il momento di fermarci tutti un attimo, e riconoscere che si è trattato di una situazione davvero singolare. Io credo che a volte la soluzione migliore per affrontare le cose sia collaborare. Il Tour è una corsa molto esigente, c’è tantissima pressione. E se tutti collaboriamo, impariamo, manteniamo la calma, prendiamo le giuste decisioni, con onestà, facciamo tutti un passo avanti: l’organizzazione, l’UCI (la federazione internazionale, ndr), le squadre, i corridori e anche i tifosi. Il ciclismo è un grande spettacolo e tutti vogliamo continuare a godercelo sempre migliore. 

No, Chris Froome non correva perché aveva paura di qualcosa o di qualcuno. Gli si era rotto il pedale. E voleva comunque arrivare al traguardo. E mettersi a correre è stato un comportamento istintivo. È vero: è insolito vedere un ciclista mettersi a correre… Voleva solo avvicinarsi all’arrivo. Dietro, aveva la macchina del cambio bici e la nostra ammiraglia stava arrivando… È stato puro istinto… Fa parte del personaggio. Froome è un grande personaggio, ha una fortissima personalità… Credo sia stato per questo, ma è stato curioso, questo sì. 

[Accorciare la tappa del Mont Ventoux] è stata una decisione giusta, al cento per cento. Non c’era modo di arrivare fino in vetta. Dopo la corsa abbiamo scollinato e c’era ancora un vento fortissimo, era impossibile correre in bicicletta in quelle condizioni. Impossibile. La sicurezza dei corridori deve sempre venire prima. Christian (Prudhomme) ha preso la decisione giusta. Ha messo al primo posto la sicurezza dei corridori. E si è trovato ad affrontare una grande sfida dal punto di vista logistico. Anticipare il traguardo è stata un’operazione imponente. Sono state ventiquattro ore molto difficili per l’organizzazione. Tutti hanno lavorato al meglio. È stata la decisione più giusta da prendere, nel modo più assoluto. 

È un po’ presto per dire se Froome vincerà questo Tour, il suo terzo Tour, ma sia lui sia la squadra stanno correndo bene, ma si può sempre migliorare.

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