Mou, Pogba & Ibra: Man Utd già da titolo

Una settimana al via della Premier, un mese al derby col Man City del rivale storico Guardiola. Per il primo United di Mou non c'era tempo da perdere. Serviva un trofeo, subito, per dare e darsi un segnale: questa squadra, con gente come Ibra e Pogba, è condannata a vincere.

Con Bailly, Pogba, Mkhitaryan e Ibra la spina dorsale è fatta, quindi. E nel teorico 4-2-3-1 caro a Mourinho, che però col Leicester è spesso deragliato nel 4-3-2-1 con Martial anche più avanzato di Ibra, chissà quanto spazio avranno i giovani lanciati da Van Gaal (cui Mou ha dedicato il Community Shield) e i veterani che sotto l'olandese erano finiti ai margini della rotazione.

Fellaini che con un retropassaggio manda in porta Vardy. 
Schweinsteiger, spedito ad allenarsi con i ragazzini.
Mata, che van Gaal penalizzava all'ala e che proprio Mourinho spedì dal Chelsea allo United nel gennaio 2014.
Lo Special One gli ha concesso l'ultima mezzora, ma in stagione difficilmente Mikitarian (costato 27 milioni di sterline) entrerà al 93' come invece gli è successo a Wembley.

Discorso analogo per Herrera e Schneiderlin: lo spagnolo, trascurato da van Gaal, non avrà la stazza che José vuole a centrocampo (e infatti gli han strapagato Pogba), ma corre e tira; l'altro francese, dopo un anno d'ambientamento, deve dimostrare di non essere solo un baby-Carrick.

La squadra è da titolo, ma specie là dietro deve lavorare: davanti a De Gea (tre volte in fila giocatore dell'anno del club: un record) il rientro di Shaw è prezioso, meno lo sono Jones, Rojo (un centrale riciclato a sinistra) e Blind, che a Mourinho piace il giusto.

E i giovani? E' un falso storico che con Mou non giochino: Carlos Alberto al Porto, Robben al Chelsea, le 70 gare di Balotelli all'Inter, Varane al Madrid. 
Rashford e Martial stian tranquilli. Spazio ne avranno, ma a una condizione: vincere.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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