Qualificazioni Conmebol, la Russia è lontana
Neanche il tempo di asciugarsele, quelle lacrime di gioia per il primo oro olimpico del Brasile, che l'ex capitano Neymar torna alla Seleção maggiore con un unico obiettivo: Russia 2018.
Due anni dopo lo storico mineirazo visto da spettatore per l'entrataccia di Zuniga, o' Ney si riprende la amarelinha che più conta per trascinarla al prossimo mondiale in un girone sudamericano con gerarchie tutt'altro che definite dalle due Copa América vinte in due anni sempre ai rigori, sempre dal Cile, sempre contro l'Argentina.
I campioni del continente affrontano in trasferta il Paraguay (che ha 9 punti come il Brasile), mentre la prima Seleccion di Bauza giocherà in casa il derby del Rio de la Plata contro l'Uruguay di Suárez con il rientrante Messi ma senza Higuaín - che el Patón richiamerà quando, parola del nuovo Ct, il Pipita si sarà rimesso in forma dopo una lunga estate calda.
Nel 4231 blanquiceleste ballottaggio "italiano" tra Banega e Dybala per lo spot di trequartista centrale accanto a Messi (se supererà il fastidio agli adduttori) e Di Maria dietro la prima punta Pratto e davanti alla mediana Biglia-Mascherano, la strana coppia che in pochi avrebbero creduto di rivedere assieme dopo il fracaso del Centenario.
Non meno insidiosa la trasferta in Ecuador per il primo Brasile di Tite, successore del Dunga-bis dopo il flop in Copa América. La Tri, capolista-rivelazione a punteggio dopo 4 turni ha avuto una flessione a marzo con il 2-2 interno col Paraguay e il 3-1 subìto in Colombia, ma specie in casa è bene non sottovalutarla. Anche se non è un gran segnale di forza quando oltre ai tifosi della Liga de Quito pure i giornalisti si accapigliano per un autografo di Casemiro.
Chiudono la settima giornata Bolivia-Perù, cenerentole del raggruppamento, e Colombia-Venezuela, coi cafeteros - quinti a 10 punti col Cile - obbligati a battere la Vinotinto per allontanare lo spettro spareggio. Perché il Sudamericano non aspetta, e la Russia - per tutte - è ancora lontana.
Due anni dopo lo storico mineirazo visto da spettatore per l'entrataccia di Zuniga, o' Ney si riprende la amarelinha che più conta per trascinarla al prossimo mondiale in un girone sudamericano con gerarchie tutt'altro che definite dalle due Copa América vinte in due anni sempre ai rigori, sempre dal Cile, sempre contro l'Argentina.
I campioni del continente affrontano in trasferta il Paraguay (che ha 9 punti come il Brasile), mentre la prima Seleccion di Bauza giocherà in casa il derby del Rio de la Plata contro l'Uruguay di Suárez con il rientrante Messi ma senza Higuaín - che el Patón richiamerà quando, parola del nuovo Ct, il Pipita si sarà rimesso in forma dopo una lunga estate calda.
Nel 4231 blanquiceleste ballottaggio "italiano" tra Banega e Dybala per lo spot di trequartista centrale accanto a Messi (se supererà il fastidio agli adduttori) e Di Maria dietro la prima punta Pratto e davanti alla mediana Biglia-Mascherano, la strana coppia che in pochi avrebbero creduto di rivedere assieme dopo il fracaso del Centenario.
Non meno insidiosa la trasferta in Ecuador per il primo Brasile di Tite, successore del Dunga-bis dopo il flop in Copa América. La Tri, capolista-rivelazione a punteggio dopo 4 turni ha avuto una flessione a marzo con il 2-2 interno col Paraguay e il 3-1 subìto in Colombia, ma specie in casa è bene non sottovalutarla. Anche se non è un gran segnale di forza quando oltre ai tifosi della Liga de Quito pure i giornalisti si accapigliano per un autografo di Casemiro.
Chiudono la settima giornata Bolivia-Perù, cenerentole del raggruppamento, e Colombia-Venezuela, coi cafeteros - quinti a 10 punti col Cile - obbligati a battere la Vinotinto per allontanare lo spettro spareggio. Perché il Sudamericano non aspetta, e la Russia - per tutte - è ancora lontana.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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