Arsèneal, 20 anni dopo
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di CHRISTIAN GIORDANO, Sky Sport 24
«Arsène who?». Il Daily Mirror così titolava l'arrivo all'Arsenal di uno sconosciuto francese proveniente dal Giappone. Era il 28 settembre 1996, data-spartiacque per il club nord-londinese, che mai si era affidato a un allenatore straniero.
Da allora ci saranno un Arsenal avanti e uno dopo Wenger. Meglio: ci saranno un calcio inglese pre e uno post Wenger. Perché il mago alsaziano non si è limitato a colorare il «Boring, boring Arsenal» nel più divertente dei giochi palla a terra in campo aperto, secondo solo al Barca dei tres amigos Pep-Tito-Luis Enrique. No: ha rivoluzionato il football d'oltremanica, a parole difendendone la gloriosa tradizione, e nei fatti smantellandola a colpi di modernità. Nel bene e nel male. Dal no agli alcolici per i suoi giocatori, riconvertiti alla dieta mediterranea, alle coppe e coppette nazionali snobbate a forza di turnover.
Vent'anni, e 15 trofei dopo, compresa la storica finale di Champions persa nel 2006, i tifosi di memoria corta non gli risparmiano critiche feroci: ormai quasi 67enne, lo ritengono a fine ciclo. Ma al club sanno bene che impero ha costruito. Adesso che s'è rimesso a vincere (2 FA Cup e un Community Shield nelle ultime due stagioni), potrebbe davvero andarsene a fine stagione, quando gli scadrà il contratto.
Magari alla nazionale d’Inghilterra travolta dal caso Allardyce che in panchina vorrebbe un inglese ma non ne trova di presentabili. Un mago alsaziano, specie se trilingue e non più lo sconosciuto venuto dal Giappone, potrebbe essere la risposta a quella domanda. Vent'anni dopo.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO (venerdì 30 settembre 2015)
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