HOOPS PORTRAITS - Jeff Green, il cuore del campione
di CHRISTIAN GIORDANO ©
Sky Sport 24, 10 dicembre 2013
"No pain, no gain".
È uno dei mantra americani (non soltanto) dello sport: se non soffri, non vinci. E nessuno lo sa meglio di Jeff Green: 17 dicembre 2011, doveva essere una normale visita di routine. Gli ha cambiato la vita, gliel'ha salvata. Aneurisma, l'aorta si dilata. Troppo. Colpisce soprattutto quelli alti. Lui è 2.04. Se non si interviene subito, si muore.
"Faceva male, male, male. L'operazione è stata il momento più duro della mia vita. Da allora guardo le cose da un'altra prospettiva. Ho avuto tanta paura".
A 25 anni, e solo 4 di NBA, tanta paura che sia tutto finito. A partire dal quadriennale da 9 milioni di dollari a stagione firmato una settimana prima.
Resta in sala operatoria alla Cleveland Clinic per 5 ore e 26 minuti. L'intervento è perfettamente riuscito. Ci sono buone probabilità che Jeff torni a una vita normale.
Green però non la vuole una vita "normale". Rivuole la sua. Ha appena lasciato i Thunder per i Celtics. E, per questo, la NBA. Il dottor Lars Svensson gli ha avvolto l'aorta in un tubicino di fibra Dacron da 34 millimetri anziché 30. Perché è questa la vita normale di Jeff. Green è tornato il gran giocatore che era, anzi no: persino più forte. Con una cicatrice di venti centimetri sul petto, e una luce diversa negli occhi.
"Faccio vedere la cicatrice ogni volta che posso. Questo è il nuovo Jeff, (la cicatrice) fa parte di me. E l'adoro, dimostra che ho carattere. Mi ricorda che ho vinto la mia battaglia, anche se in tanti pensavano che non sarei tornato".
Invece è tornato, eccome se tornato. Decisivo quando conta. Al college, con Georgetown contro Vanderbilt, semifinali di East Regional 2007.
Come nella NBA: tripla sulla sirena lo scorso 9 novembre a Miami la sua vittima preferita, massimo in carriera da 43 punti il 18 aprile di quest'anno. Il primo della sua nuova vita. No pain, no gain.
articolo spettacolare, immenso Jeff e grandissimo Christian!
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