HOOPS PORTRAITS - Walker, The Jet di linea


di CHRISTIAN GIORDANO

Passato involontariamente alla storia anche come il destinatario mancato del decisivo intercetto nelle Finali della Eastern Conference 1965, quello dell’immortale «John Havlicek stole the ball!» di Johnny Most, rauco e tifosissimo aedo dei Boston Celtics, Chet Walker è stato molto più che questo nelle sue 13 stagioni NBA. Tutte in doppia cifra per punti segnati.

Sinuoso swingman di 1,97x97 kg, uscito da Bradley e scelto dagli allora Syracuse Nationals al secondo giro del draft NBA 1962, Walker si è ritagliato un posto nell’All-Rookie con un anno da matricola da 12.3 punti, 7.2 rimbalzi e 1.1 assist a partita. La stagione successiva, la franchigia traslocò a Philadelphia e i Nets divennero 76ers, con The Jet a quota 17.3 punti e 10.3 rimbalzi (record in carriera) per gara.

Sette volte All-Star, Walker visse non a caso nel 1966-67 la sua stagione migliore, terminata con il career-high di 19.3 punti a sera. In squadra con superstar quali Wilt Chamberlain e Luke Jackson nel frontcourt, Hal Greer nel backcourt e un supporting cast con gente come Lou Costello, Walker fu una delle chiavi della serie finale vinta in sei gare sui San Francisco Warriors.

Poco dopo l’inizio della stagione 1969-70, fu ceduto ai Chicago Bulls, con i quali disputò sei campionati, i primi tre dei quali chiusi a ben oltre il ventello di media. Nella Windy City i suoi 56 punti sono stati il record di franchigia in gara singola fino all’avvento di un certo Michael Jordan, chiuderà la carriera con medie simili sia in regular season (18.2 punti, 7.1 rimbalzi, 2.1 assist), sia nelle sue 105 gare di playoff (18.2 punti, 7 rimbalzi e 2 assist). Quando si dice continuità.

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