Mourinho torna ma non a casa

José torna a casa, anche se Stamford Bridge - casa sua - non lo sarà più. Parole sue: per lui non ci sarà un terzo mandato sulla panchina dei Blues. Lo ha detto lo stesso Mourinho alla vigilia di quella che, per il finto cinico Special One, non sarà mai una partita come le altre. 

Chelsea-Manchester United però è molto più che il coming home di José Mourinho 311 giorni dopo l'esonero del 17 dicembre 2015 o la seconda sfida in carriera (dopo Atalanta-Inter 1-1 del 13 dicembre 2009) tra Antonio Conte e Mou, l'allenatore più vincente nella storia del club: 7 trofei (di cui tre Premier) nelle sue due gestioni. 

È anche una prova di forza con vista titolo in un avvio di stagione in cui l'Arsenal dà spettacolo anche in Champions League e il Manchester City di Guardiola, sempre in Champions, è appena andato a scuola di "positional play" da quel Barcellona che col Pep quel modo di giocare palla a terra creando triangoli in ogni zona del campo l'aveva reinventato a colpi di tiki taka salvo poi rinnegarlo in conferenza stampa ai tempi del Bayern.

Contro lo United - che arriva dal 4-1 in Europa League al Fenerbahce dell'ex van Persie - il Chelsea è imbattuto da sette partite, e l'ultima sconfitta risale all'ottobre 2012. Dovesse far risultato sarebbe la striscia positiva più lunga di sempre contro lo United. E un segnale per José Mourinho: quella non è più casa sua.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO (21 ottobre 2016)

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