Il Clásico degli altri fenomeni


È stato, com'era prevedibile, il Clásico dei fenomeni. Non i soliti due, però. Quegli altri. Quelli meno mediatici, uno per parte. Uno per tempo.

Il primo l'ha comandato el Madrid come non succedeva da anni, specie al Camp Nou, diventato per almeno un'ora casa di Luka. Luka Modrić.
 
Il secondo l'ha colorato di blaugrana Iniesta, entrato guarda caso al 60' dopo l'infortunio che lo aveva tenuto fuori dal 28 ottobre a Valencia.

Messi, al primo Clásico da Capitano, gli ha infilato al braccio la senyera catalana e a momenti don Andrés la chiude lui la partita spaccata al 53' dal solito Luis Suárez, con nove gol secondo con la Pulga nei marcatori della Liga, a meno uno dal pichichi Ronaldo.

Ma come successo nel pomeriggio duemila chilometri più a nord in Manchester City-Chelsea, anche in Barça-Real in serata il gol ha premiato la squadra che più pareva in difficoltà. E così, il Barça che ha sprecato l'impossibile due volte con Neymar e una con Messi, imbeccato da un Iniesta irreale, ecco l'epilogo già visto - anche - in due finali di Champions League: il gol in zona-Ramos - su punizione-assist di Modrić - dell'altro capitano. Quello merengue.

Pari giusto, ma che sa tanto di occasioni mancate: per il Barça di riaprire la Liga, per il Madrid di chiuderla già a dicembre. Ma era prevedibile nel Clásico dei fenomeni. Non i soliti due, però.
 
PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©

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