La Milano-Sanremo più tormentata? Quella del 1910 di Christophe

Quella del trionfo di Ciolek nel 2013 non è stata la Milano-Sanremo più "congelata" della storia né la più tormentata dalla neve. La quarta edizione, il 3 aprile 1910, fu ben più terribile. Ecco quella storia di ardimento e valore.

di Claudio Gregori, Gazzetta dello Sport
Alle 6.00 partono in 63 corridori. Piove e fa freddo. Fango e pozzanghere. La selezione è micidiale. A Ovada passa primo Van Houwaert, vincitore nel 1908, con 3’ su Lapize, 4’ su Ganna, 5’ su Faber, 10’ su Christophe e Trousselier. Lì la pioggia trasmuta in neve. Cade a larghe falde. Tutto è bianco.

Sul Turchino, Vittorio Varale trova due sciatori. La neve raggiunge 25 centimetri. Van Houwaert sale a piedi. Passa primo con 10’ su Christophe, 19’ su Paul, 22’ su Ganna. Lapize, Faber, Trousselier si sono ritirati. Van Houwaert, congelato in discesa, li imita.

Christophe si ferma in un piccolo hotel, riceve una coperta, acqua calda, un rhum, un maglione, un paio di calzoni lunghi, un berretto da calare sulle orecchie. Mentre mangia vede passare alla finestra quattro corridori, allora riparte. Li raggiunge e li semina. Vince con 39’30” su Ganna. Solo 7 corridori su 63 arrivano al traguardo, ma tre vengono tolti dalla classifica: Ganna, che ha fatto qualche chilometro in automobile, Lampaggi, che ha preso il treno, Sante Goi, giunto a controllo chiuso.
La classifica è: 1. Christophe FRA 289 km in 12.24’ a 23,333 km/h, 2. Cocchi a 1 ora 1’, 3. Marchese a 1 ora 17’, 4. Sala a 2 ore 6’.

Christophe era soprannominato Cri-Cri e “Le Gaulois”, Il Gallo. Portava favolosi mustacchi (“moustaches à la gauloise”, baffi spioventi).

Il 9 luglio 1913, nella Bayonne-Luchon, 326 km, entrerà anche nella leggenda del Tour per un’altra performance memorabile. Secondo in classifica a 4’55” da Defraye, che quel giorno si ritirerà, mentre sale sul Tourmalet, dietro a Thys, sarà investito da un’auto. Con la forcella rotta farà 14 km a piedi, bici in spalla, fino a Sainte-Marie-de-Campan, e, nell’officina di un fabbro, effettuerà la riparazione sotto gli occhi dei commissari. Arriverà al traguardo a 3 ore 50’14” da Thys.

Nel Tour del 1919 – era ormai “Le Vieux Gaulois”, Il Vecchio Gallo – il 17 luglio, alla partenza da Nizza, sarà il primo a indossare la maglia gialla. In quel Tour concederà un replay doloroso nella penultima tappa, Metz-Dunquerque, 468 km. Primo in classifica con 28’05” su Lambot, romperà di nuovo la forcella, la riparerà da un fabbro, perderà 2 ore 28’58” e, per sempre, il Tour.
Claudio Gregori, Gazzetta dello Sport

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