Rumsas, ancora doping: tocca a Raimondas jr
IL FRATELLO LINAS È MORTO 5 MESI FA PER CAUSE ANCORA DA CHIARIRE
Positivo all’ormone della crescita. Dal padre a mamma Edita: una famiglia sempre nella bufera
di Ciro Scognamiglio, Gazzetta dello Sport, 4 ottobre 2017
cscognamiglio@gazzetta.it
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Quattro settembre: è la data del controllo antidoping a sorpresa di Nado Italia a Capannori (Lucca) che è costato a Raimondas Rumsas, dilettante della Palazzago, la positività a un ormone della crescita, il GRHP6. La famiglia Rumsas e l’associazione al doping. Storia lunga. Il 23enne lituano Raimondas jr è il primogenito di Raimondas Rumsas, classe 1972, terzo al Tour de France 2002. In quei giorni la moglie Edita veniva arrestata dalla polizia francese perché «pizzicata» in auto con 37 prodotti (tra cui testosterone, epo, ormone della crescita e anabolizzanti): pass. più di due mesi in carcere, senza ammissioni, e nel 2007 fu condannata a 4 mesi come il marito, che pass. 15 giorni in galera in Italia. Raimondas senior fu anche trovato positivo all’Epo al Giro 2003 e squalificato un anno. E nel giugno 2005 arrestato a Lunata per importazione di medicinali proibiti a seguito di un mandato internazionale della Procura di Bonneville.
INQUIETANTE
La positività del primogenito è più inquietante perché segue di cinque mesi la morte del secondo dei quattro figli di Raimondas ed Edita: il 21enne Linas, anche lui ciclista. Nel 2016 alla Palazzago, a gennaio era passato alla AltopackEppela. Il primo maggio aveva avuto un malore davanti alla fidanzata: dall’ospedale, dopo elettrocardiogramma e visita neurologica lo avevano rimandato a casa, ma Linas l’indomani è stato trovato senza vita (il corpo, dopo l’autopsia, è stato cremato).
INDAGATI
Quella morte improvvisa— le cause restano da chiarire—ha attivato le indagini della Procura di Lucca. Proprio il 4 settembre è successa un’altra cosa importante. Gli uomini della Squadra Mobile diretti dal commissario Silvia Cascino, dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti hanno perquisito la villetta di Lunata di Capannori, dove vivono i Rumsas, trovando sostanze vietate e farmaci. Altre perquisizioni si sono succedute nella stessa giornata. Alla fine cinque persone, rappresentanti la struttura della AltopackEppela, sono finite sul registro delle notizie di reato: Raimondas Rumsas sr, Luca e Narciso Franceschi, Maria Luisa Luciani, Elso Frediani. Ipotesi: procacciamento e somministrazione di sostanze dopanti, ricettazione, violazione della legge antidoping, morte come conseguenza di altro reato. Un paio di settimane fa sono iniziati gli interrogatori degli investigatori della squadra mobile, a cui il pm Salvatore Giannino ha affidato l’indagine.
NIENTE
Raimondas Rumsas jr era tesserato per la Palazzago. «Dopo la morte del fratello mi aveva chiamato — racconta il d.s. Olivano Locatelli — dicendomi che non voleva più correre. E aveva restituito bici e maglia. Poi, per., ha cambiato idea. ‘Voglio vincere una gara per Linas’. Io gli ho restituito le cose, ma da tempo non aveva più a che fare con la squadra. Mi disse che si sarebbe gestito da solo e si sarebbe presentato alle gare in autonomia (a luglio, Raimondas jr ha vinto a Vigevano la Freccia dei Vini, ndr). Col senno di poi, ho sbagliato. L’ho chiamato. Dice di non aver fatto niente. Gli ho risposto ‘Non farmi girare le balle, altrimenti ti prendo a sberle. L’unica strada che hai è raccontare tutto’. Alla fine mi ha detto grazie, spero abbia capito». Anche la Gazzetta ha chiesto al diretto interessato se abbia assunto sostanze vietate. «Prima di fare qualsiasi dichiarazione — ha risposto Raimondas Rumsas jr — preferisco aspettare il risultato delle controanalisi che ho richiesto. Posso dire solamente che la squadra è estranea».
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