Giro 1987 - E' SEMPRE LUI L' UOMO IN ROSA


di Mario Fossati
la Repubblica, venerdì 22 maggio 1987

SANREMO - Roberto Visentini non ha svestito, a Sanremo, la maglia rosa che, trionfatore del Giro, aveva definitivamente conquistato lo scorso anno a Merano. Chi lo dice ricco, chi un playboy. Lui ha l'aria di rispondere: sono diventato un vincitore. Di 20 centesimi, ieri nel prologo, ha battuto il canadese Bauer. Ha fatto decisamente meglio di Lang, Bontempi, Piasecki, Rominger. E di Argentin, il campione del mondo, che azionava una bicicletta specialissima costruita dalla Bianchi, che si rifà all'antichissimo principio "di facilitare sempre e comunque la meccanica del pedalare". Così leggevo da ragazzo sopra un dèpliant della gloriosa Casa. 

Quattro chilometri contro il tempo possono essere una sfilata, un giro d'onore affrettato: anche uno sforzo fisiologico. Il prologo di Sanremo è stato un poco di tutto questo. Il settantesimo Giro d' Italia ha una voglia di strada libera, di corsa in linea, di briglia sciolta. Invece ve lo costringono in un trittico ristretto, un mucchietto di interessi pubblicitari, turistici, televisivi, commerciali: e il macchinone prontamente si adegua. 

Stamattina - Visentini in rosa - il Giro salirà il San Romolo, una ondulazione che non è un passo, non è un monte: facciamo un collicello. Nel pomeriggio, il Giro farà un'affondata sui tetti di Sanremo, dal Poggio. La discussa cronodiscesa (otto chilometri di "calata", dicono i corridori toscani) dovrebbe esaltare il corredo tecnico di Visentini. E' uscito il sole, ha vinto un italiano, scrive vicino a me un inviato francese. E aggiunge che il Giro d'Italia si svolge sotto un cielo di maggio. 

La classifica, stamane, è da cronometro alla fotocellula. Il circuito cittadino era tortuoso, con un paio di dietrofront che confondevano pericolosamente, a loro volta, le due corsie della sede stradale. Se trasformassimo in lenzuola d'asfalto i secondi che corrono fra Visentini, che è volato via a 48,484 orari e Roche (5' 02"04) Saronni (5' 02"53) e lo stesso Argentin, ecco, ci accorgeremmo che la maglia rosa si è posta alle spalle un vantaggio di 60-70 metri: non di più. 

Ieri sera, a Sanremo, Visentini dichiarava, nella sua franca parlata lombarda, di essere soltanto alla ricerca della migliore forma. E ancora: poiché Roche milita nella sua èquipe "di viaggiare in perfetta unità di intenti con un irlandese, che, essendo nato a Dublino, può intendersi benissimo con un bresciano". 

Per la cronaca, Roche ha spezzato, in fase di partenza, il cinghietto di un fermapiedi. E' intanto importante che sia apparso il sole e che il mare abbia perduto quel colore champagne che fino a ieri l'altro lo caratterizzava. Noi, poveri inviati, continueremo a stendere pronostici fino a posdomani. Non penso che il Giro, fatto di due cronometrici tasselli e di una tranche di salita, possa dare una base veritiera alla sua classifica. Sarà sempre sul piede di partenza. Ingigantiremo insomma, oggi, una partecipazione straniera che non è di assoluta eccellenza: e l'indomani tenteremo di scoprire anche da minimi segni quale possa essere l'umore dei nostri prodi. Abbiamo perduto Francesco Moser, a causa di una brutta strisciata in allenamento, nella scia di una motoretta. E sulla vasta piazza che è il Giro la scomparsa del "monumento" ha spalancato un grosso vuoto. Il professor Conconi (leggo) con l'imperturbabile serenità dell' uomo di scienza dice che Moser è buono per il prossimo Tour anche per il fatto che, per difficoltà altimetriche, il Giro d' Italia non gli è da meno. Il professore evidentemente ignora che Moser, nello spazio di tempo che il Tour occupa (1-26 luglio) deve onorare una fitta serie di contratti, riunioni su pista e kermesse, che coniano un gruzzoletto d'oro ad ogni colpo di pedale. Il ciclismo, che ha scoperto l'altura, il rilevamento, la misurazione biotipologica, la tecnologia, la biochimica, la metodologia d'allenamento, la chimica che aiuta a posporre sempre più la soglia della fatica, fa sempre e soprattutto i conti della spesa, che i campioni vogliono in attivo. Per intenderci "i conti che tornano fino all'ultimo franco (svizzero)". Moser, più che ogni altro, ha diritto di raccogliere al termine di sudate seminagioni. Orbati di Moser, osservata la bicicletta di Argentin, applaudito Visentini, scandagliato Saronni per ritrovarne l'animus pugnandi siamo qui, davanti alle "x" del Giro, che adombrano Bugno, atleta in boccio e Fondriest, che sembra tagliato dal ceppo dei corridori del nord. (Von Driest si chiamava un suo avo). Un corridore, che non vuole essere nominato, ieri sera mi ha confidato: "Qui lo dico e qui lo nego. Abbiamo un compito ingrato noi italiani. Se un italiano, magari Visentini, batte gli stranieri (metti Roche, Bernard, Anderson, Millar, Caritoux) ha battuto poco: se batte gli italiani, pochino. Però, zitto!". Cattivo davvero l'amico. 
MARIO FOSSATI


COSI' IL PROLOGO - 1. Visentini, 5 km. in 4' 57", media 48,484 kmh; 2 Bauer (Can) st; 3. Lang (Pol) a 3"; 4. Bontempi st; 5. Piasecki (Pol) st; 6. Rominger (Svi) a 4"; 7. Saligari st; 8. Wyder (Svi) a 5"; 9. Roche (Irl) st; 10. Saronni a 6"; 11. Skibby (Dan) st; 12. Breukink (Ola) st; 13. Pedersen (Nor) a 7"; 14. Anderson (Ausl) st; 15. Argentin st; 16. Pagnin st; 17. Fondriest a 8"; 18. Bugno st; 19. Popp (Aut) st; 20. Calcaterra. 

PROGRAMMA - Oggi Sanremo-Sanromolo (31 km.) e cronodiscesa del Poggio (8 km.); domani Imperia-Borgo Val di Taro (242); domenica Lerici-Lido di Camaiore, crono a squadre (43); lunedì Camaiore-Montalcino (203); martedì Montalcino-Terni (203); mercoledì Terni-Terminillo (134); giovedì Rieti-Roccaraso (205); venerdì Roccaraso-S. Giorgio al Sannio (168); sabato 30 S. Giorgio al Sannio-Bari (252); domenica 31 riposo. Il Giro si concluderà il 13 giugno a St. Vincent. 

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