Bruno Landi


Il 5 dicembre 1928 nasce ad Amelia Bruno Landi, sorprendente vincitore del Giro di Lombardia del 1953.
Professionista proprio dal 1953 con la maglia della Fiorelli, Landi, che da dilettante ha colto il successo nella Milano-Tortona del 1952, ad inizio stagione partecipa alla sua prima Milano-Sanremo, chiudendo ad una onorevole 13esima posizione. Ma è nella classica delle "foglie morte" che il ciclista umbro realizza l'exploit. 
Il Giro di Lombardia del '53 si apre con tutti i favori del pronostico per Fiorenzo Magni, visto che per la prima volta nel dopoguerra Coppi e Bartali non prendono parte alla corsa, e il terzo uomo Fiorenzo a detta di tutti è il favorito sul traguardo del Vigorelli. Alle 10:00 si parte sotto una pioggia battente e Magni come da pronostico scatta in testa trascinandosi dietro un bel gruppetto; a Varese il loro vantaggio è già di 3 minuti. Comincia la selezione, Kubler si ritira per il forte vento contrario, ma altri recuperano verso Bellagio; al Ghisallo è Fornara che parte tirandosi dietro Zampini e Monti che superano Magni. Iin vetta Fornara cede il passo a Monti che balza in testa. Si giunge ad Inverigo dove il gruppo formato da undici uomini, tra cui Bruno Landi, si ricompatta a circa 30km dall'arrivo. Il plotoncino all'attacco rimane assieme fino a Milano dove l'organizzazione della corsa decide di spostare l'arrivo sul rettilineo di Via Giovanni da Procida, visto che la pista del Vigorelli a causa delle forti piogge è troppo pericolosa. Ad un chilometro circa dall'arrivo Magni è saldamente in seconda-terza posizione pronto a lanciare la volata, favoritissimo per lo scatto finale che sicuramente lo vedrà aggiudicarsi finalmente il tanto agognato Giro di Lombardia. All'ultima curva la tensione sale, Magni gonfia il petto, il "Leone delle Fiandre" è pronto a scattare, quando un vigile addetto a segnalare il percorso va nel pallone, smanaccia goffamente qualcosa senza indicare una direzione precisa; in piena bagarre i corridori di testa svoltano a sinistra seguendo un'ammiraglia dell'organizzazione. Ma la strada da prendere è a destra! I primi a rendersi conto dell'errore sono Landi e Cerami che grazie alle grida degli spettatori prendono per primi la direzione giusta e si ritrovano inaspettatamente al comando sul rettilineo del traguardo: in volata la spunta Landi, vestito nella sua sgargiante maglia azzurra Fiorelli. Magni è indiavolato, si scaglia furente contro i giudici di gara, vomitando improperi e parlando di "vittoria rubata". A niente valgono le proteste, la giuria non vuole sentire ragioni, declina ogni responsabilità in quanto l'errore è stato causato dal servizio d'ordine e non dall'organizzazione. Da quel giorno Magni non rivolgerà mai più la parola al patron Vincenzo Torriani.
Per Landi invece è gioia assoluta, ma sarà l'unica gemma di una carriera sterile, solo alcuni successi in competizioni minori come La Nazionale a Romito Magra nel 1954, anno in cui fu anche secondo alla Coppa Sabatini, battuto da Rino Benedetti, fino al ritiro avvenuto nel 1957. Ma a dimostrazione che il Lombardia fu sempre la sua corsa possiamo segnalare ottimi piazzamenti nelle successive edizioni: quarto posto nel '54, undicesimo nel '55 e ventiquattresimo nel '57.

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