Massimiliano Lelli





Il 2 dicembre 1967 nasce a Manciano, in provincia di Grosseto, Massimiliano Lelli.
Dopo aver corso con ottimi risultati nelle categorie minori, Lelli passa professionista nel 1989 con la squadra dell'Atala-Campagnolo, promettendo di divenire, grazie alle sue capacità sia di scalatore che di cronoman uno dei migliori ciclisti italiani per le grandi corse a tappe. La prima vittoria arriva l'anno seguente, in maglia Ariostea, nella tappa di Isola Liri della Tirreno-Adriatico, ma in quella stagione Lelli si mette in luce soprattutto al Giro d'Italia, arrivando, a soli 22 anni, nono in classifica generale ottenendo così anche la convocazione al mondiale di ciclismo in Giappone, a Utsunomiya, dove si ritira.
Il 1991 è il suo anno d'oro: il suo talento esplode al Giro, vince due dure tappe di alta montagna, la prima con arrivo sul Monviso e la seconda a Selva di Val Gardena, vince la classifica giovani ed arriva terzo in classifica generale, dietro a Franco Chioccioli e Claudio Chiappucci. Ma la stagione lo vede anche trionfatore nel Giro di Toscana, e inoltre è secondo dietro a Sierra nel Giro del Trentino; arriva così una nuova maglia azzurra per il mondiale di Stoccarda, con un altro ritiro.
Nel 1992 non conferma le aspettative dell'anno precedente: una sola vittoria al Giro di Puglia, in volata davanti a Mario Cipollini, a Locorotondo, mentre alla corsa rosa ottiene solo dei piazzamenti in un paio di tappe di montagna e giunge dodicesimo a Milano.
Nel 1993 vince di nuovo il Giro di Toscana ed è quarto nelle corsa rosa dietro a Miguel Indurain, Piotr Ugrumov, e ancora Chiappucci. Nel 1995, con la Mercatone Uno, vince la Settimana Ciclistica Bergamasca e il Campionato italiano a cronometro. Dopo aver vinto nel 1996, accasato alla Saeco, il Giro del Portogallo, primo italiano a riuscirvi e con ben sei successi parziali, si trasferisce alla squadra francese della Cofidis nel 1998, diventando un uomo squadra al servizio di Bobby Julich, Frank Vandenbroucke e David Millar. Da questo momento lascia il Giro, dedicandosi soprattutto al Tour de France e ottenendo anche significativi piazzamenti di tappa, ma andando a rilento in classifica generale, con un 14º posto come miglior risultato nel 2002 e un 15° l'anno successivo.
La vittoria nella classifica finale del Tour du Limousin nel 2003 è il suo ultimo successo da professionista, l'anno dopo, a luglio, viene fermato dalla polizia francese dopo che David Millar lo ha chiamato in causa nell'affaire Cofidis ("Mi dopai per la prima volta a casa di Lelli, nel 2001" riferì il britannico): è l'atto che chiude la carriera di ciclista dell'italiano, anche se sarà dichiarato estraneo alle accuse di doping.

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