Moreno Argentin


Moreno Argentin da San Donà di Piave, dove è nato il 17 dicembre 1960, da dilettante ha vinto corse importanti come la Coppa Adriana (valida come campionato italiano a squadre con Andrea D’Agaro e Paolo Nascimben) nel 1978, il Piccolo Giro di Lombardia, il Campionato italiano nell’inseguimento a squadre e il Campionato italiano militari nel 1980. Professionista dal 1981 al 1994, ha vinto due tappe al Tour de France e tredici al Giro d’Italia. Si è aggiudicato anche nove classiche di grande rilievo, poi inserite nella Coppa del Mondo: la Liegi-Bastogne-Liegi per ben quattro volte, di cui tre consecutive, la Freccia Vallone tre volte, il Giro delle Fiandre e un Giro di Lombardia. 

Ha poi anche vinto il campionato italiano in due occasioni (1983 e 1989), e il Campionato del mondo a Colorado Springs nel 1986. Una grande delusione della sua carriera è legata alla Milano-Sanremo del 1992. 

Partito con i favori del pronostico, dopo aver vinto la settimana siciliana e aver dimostrato la propria superiorità in salita trionfando in tre tappe consecutive della Tirreno-Adriatico, sfruttò il lavoro della squadra messasi a completa sua disposizione e, lanciato dal compagno Giorgio Furlan, sferrò una serie di attacchi con cui si sbarazzò della concorrenza. Quando in cima alla salita del Poggio sembrava che avesse ormai la corsa in pugno, si lanciò nella discesa con eccessiva prudenza e, in vista ormai dell’arrivo, fu raggiunto dall’irlandese Sean Kelly (che si era buttato al suo inseguimento correndo molti più rischi) e battuto allo sprint. 

Uomo da corse di un giorno, seppe essere protagonista al Giro d’Italia non limitandosi alle sole vittorie di tappa, raggiungendo il podio nel 1984, alle spalle di Francesco Moser e Laurent Fignon e interpretò magistralmente, da un punto di vista tattico, le edizioni del 1993 e del 1994. Dopo aver vinto la prima tappa e indossato la maglia rosa per dieci giorni, fu essenziale, nell’edizione del 1993, soprattutto in appoggio al compagno di squadra Pëtr Ugrumov, che grazie anche al suo lavoro conquistò il secondo posto al Giro mettendo seriamente in crisi Miguel Indurain nella tappa di Oropa. 

Nell’edizione del 1994 indossò ancora per due giorni il simbolo del primato e pilotò Evgenij Berzin alla conquista del Giro. Al termine del Giro d’Italia del 1994 annunciò il proprio ritiro dalle corse. Prima di questo riconoscimento fra gli altri ha ottenuto anche il Memorial Gastone Nencini nel 1980, la medaglia d’oro al valore atletico nel 1986 e il Giglio d’Oro nel 1987.

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