Renato Laghi




Tanti auguri oggi a Renato Laghi, nato l'8 dicembre 1944 a Errano, nei pressi di Faenza.
Professionista dal 1967 al 1979, Laghi si dimostrò presto un corridore dotato di fondo, dallo spirito battagliero e con una palpabile capacità di soffrire. Totalmente privo di sprint, pagò in termini di vittorie questa sua mancanza, ma al traguardo arrivava sempre, spesso coi primi. Abbastanza per essere preso in considerazione dagli occhi lunghi e dal buon senso degli operatori tecnici del professionismo di allora. Con un bottino che conteneva una quindicina di successi dagli allievi ai dilettanti passò così nell'elite del ciclismo nel 1967, nelle fila della Germanvox.
In questo contesto, notevole il suo terzo posto nella Coppa Sabatini '68. Nello stesso anno, chiuse 24° il Giro d'Italia. Nel '70 passò alla Sagit e finì la "corsa rosa" in venticinquesima posizione. Nella stagione, sempre per colpa di uno spunto veloce inesistente, colse il secondo posto al Giro dell'Umbria vinto da Motta. Il buon comportamento complessivo di Laghi convinse Waldemaro Bartolozzi, direttore sportivo della Filotex, ad inserirlo, nel 1971, nelle fila della sua formazione, col chiaro intento di fungere da spalla di Franco Bitossi. Per il faentino fu l'inizio di un'era. Sempre vicino al suo capitano lo seguì nell'esperienza Filotex in "Sammontana" ('73), "Scic" ('74 e '75), "Zonca Santini" ('76) e "Vibor" ('77). In tutti questi anni, escluso il '76, finì bellamente il Giro d'Italia, senza uscire mai dai primi cinquanta in classifica. 
Nel 1977, con già 33 primavere alle spalle, Renato Laghi, colse la sua unica vittoria da professionista e lo fece con un'impresa che è rimasta impressa nelle memorie ciclistiche. Teatro di questo successo, l'ultima tappa di montagna del Giro d'Italia, Madonna di Campiglio-San Pellegrino di 205 chilometri percorsi quasi tutti da solo, nonostante le asperità, ad una media notevole: 35,362 kmh! Sul traguardo anticipò di 1'32" G.B. Baronchelli.
Nel 1978, nell'ultimo anno di corse del capitano toscano, le carriere dei due si separarono: Franco andò alla Gis e Renato rimase in Vibor, chiudendo il Giro al 43° posto. Nella stagione successiva il piccolo gladiatore di Errano passò alla CBM Fast Gaggia e, a dispetto delle 35 primavere, fu ancora capace di un piazzamento di nota al Giro di Toscana, terzo. Finì il Giro in cinquantunesima posizione, dimostrando anche da questo dato quanto fosse dotato di fondo e di facoltà di sacrificio

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