Fabio Bordonali: "Rimpiango il passato"


"Visti da vicino" - Tuttobici  Numero 8 - Anno 2009 

di Gino Sala

«Il mio ciclismo, quello che mi ha visto in bici dal 1985 al 1994, era più vero, meno ingombrante, più artigianale...». Sono parole di Fabio Bordonali, bresciano, altezza 1,89, peso 83 chili, il primo italiano che ha vinto la Ruta del Sol, compagno di squadra di Saronni, Visentini e Ballerini e poi apprezzato general manager da sedici anni, colui che ha guidato Di Luca nel Giro d’Italia del Centenario. 

Un tipo che, pur misurando i termini, non ha peli sulla lingua. «Sì, rimpiango il passato, quando lo sport della bicicletta conteneva valori che si sono persi. Il presente brucia i giovani. C’è l’estremo bisogno di qualità. La quantità guasta il movimento e diventa fonte di preoccupanti dispersioni. Dia­moci una regolata a beneficio di una disciplina che conta milioni di spettatori e che vivrà sempre nel cuore di molti appassionati».

Ascoltando Bordonali mi sembra di tornare agli insegnamenti di Mar­tini, Pezzi, Albani, tecnici che operavano con sapienza, con intelligenza e passione, con qualità che si sono smarrite. Adesso nella maggioranza dei casi governano trafficanti, indegni, lasciatemelo dire, della qualifica di direttori sportivi. Vado giù pesante, qualcuno potrà anche offendersi, ma come non rimpiangere l’epoca dei tecnici che guidavano i loro tesserati con appuntamenti quotidiani, con suggerimenti e attenzioni che duravano per l’intero anno, inverno compreso, quando il riposo doveva essere accompagnato da incontri per cure e buoni indirizzi

Sarò un vecchio passatista e tale rimango nella speranza di una bella scopa per una santa pulizia. Naturalmente tutto ciò richiede grandi cambiamenti a cominciare da un calendario folle, da una UCI che moltiplica gli avvenimenti, da una Associa­zione Corridori ferma e incapace di promuovere azioni efficaci, la cui parola d’ordine do­vrebbe essere quella di portare ordine nel disordine, di discutere per entrare nel palazzo allo scopo di combattere quei dirigenti incapaci e disonesti, boriosi e inquietanti, per niente all’altezza del compito loro affidato.

Caro Bordonali, mi compiaccio per la tua visuale. Siamo messi male, veramente male. Mi auguro profondi cambiamenti e tornando a Di Luca condivido la tua opinione nel giudicare l’abruzzese più forte di quello che ha vinto il Giro nel 2007. Purtroppo l’avvenire non mi sembra colorito di rosa. E qui il discorso mi porta a valutare il ciclismo dilettantistico che soffre di eccessi, di comportamenti inadatti per la buona riuscita. Insomma, tutto sommato siamo messi male e niente cambierà senza adeguate e pro­fon­de correzioni.

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