Giro d’Italia 1987: la cronodiscesa del Poggio


Per l’edizione 1987 del Giro d’Italia, gli organizzatori vollero sconvolgere il piano classico della corsa rosa proponendo ben tre tappe, nei soli primi quattro giorni, contro il tempo. Dopo il cronoprologo di 4 km a Sanremo e prima di una tappa contro il tempo dal chilometraggio classico (43 km), venne inserita una tappa speciale per la sua conformazione, la discesa del Poggio, 8 km fondamentali per stabilire chi potrebbe vincere (e chi al contrario non vincerà) la Milano-Sanremo.

Il prologo venne vinto dal bresciano Roberto Visentini, il vincitore della corsa rosa dell’anno precedente, battendo di stretta misura il canadese Steve Bauer.

La mattina seguente, la semitappa vide salire agli onori della cronaca l’olandese Erik Breukink che riuscì ad avere la meglio, sui limitatissimi 31 km complessivi, su Phil Anderson, secondo a 16 secondi. Il pomeriggio, i ciclisti si sarebbero dovuti trasformare in discesisti sopraffini, ma i pareri non erano concordi. L’asfalto era ritenuto molto più pericoloso di quello attuale e l’irlandese Stephen Roche non ebbe timori ad esprimere la sua opinione: “Quest’anno sono già morti tre colleghi - disse ai giornalisti - mi sembra che stiano cercando di avere il quarto”.

A differenza dei favoriti per la vittoria finale, Roche scelse di utilizzare una bici classica e la sua scelta fu fondamentale. Batté il polacco Lech Piasecki, uno degli specialisti dell’epoca, di tre soli secondi mentre Erik Breukink, staccato di ulteriori tre secondi, prese la maglia rosa.

Per Roche basterà attendere la terza tappa pr conquistare il sigillo del primato, che lascerà poi al compagno di squadra Visentini. Alla tappa n° 15 Roche strapperà la testa della classifica all’italiano, conducendo fino alla fine nell’anno che lo porterà anche alla vittoria al Tour e poi al Mondiale di Villach.

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