Il golpe di Sappada e quel ciclismo che non c'è più


di ANTONIO SIMEOLI

Messaggero Veneto, 29 aprile 2018

SAPPADA - Sul fatto, meglio conosciuto come Golpe, Christian Giordano, bravo giornalista a SkySport sta anche per regalare al mondo del ciclismo un libro con 80 interviste ai protagonisti di quella tappa del Giro 1987 che si concluse a Sappada.

Per ricordarlo quel golpe, a Cima si sono ritrovati, grazie al Comitato che organizza la frazione della corsa rosa successiva a quella dello Zoncolan, due ex gregari dei protagonisti di quella vicenda, un campione come Moreno Argentin e un paio di prime firme. Risultato? I (purtroppo) pochi presenti si sono gustati quella che è l'altra essenza del ciclismo assieme alla fatica e cioè il racconto. Perché il racconto delle imprese a volte è più bello delle imprese stesse. 

I protagonisti? Impossibile metterli insieme, se non si odiano ci siamo molto vicini. Roberto Visentini in quel Giro è il co-capitano della Carrera, ha vinto la corsa nel 1986, deve dividere i gradi con l'irlandese Stephen Roche, corridore di classe, ma nella crono di San Marino mette le cose in chiaro rifilando oltre due minuti al rivale. Anzi, crede di metterle in chiaro le cose. Perché in Friuli, quando ancora il Friuli era marginale nel disegno del Giro e lo Zoncolan era solo il nome d'un monte, l'irlandese trova buoni alleati e scatena l'inferno "tradendo" il compagno di squadra. 

«Per lui quello non è mai stato un tradimento», ha detto Moreno Argentin, uno che apprezzava più la scaltrezza di Roche (stessa classe) che le punzecchiate di Visentini. 

«Ci ordinarono di tirare per salvare la maglia rosa e prendere il nostro compagno», hanno ricordato Rossignoli e Cassani. 

Poi la crisi di Visentini sulla salita della Cleva, i suoi improperi a fine tappa, Roche in rosa a Milano e poi in giallo a Parigi e con la maglia iridata a Villach dopo aver rifinito la condizione al Giro del Friuli. 

Frammenti di un ciclismo che non c'è più, ma di cui abbiamo tanta nostalgia. Ve l'immaginate adesso, nell'epoca dei super team e delle radioline, dei watt e dei corridori "teleguidati" e programmati, la squadra della maglia rosa a inseguire un proprio compagno di squadra impegnato in una fuga "non autorizzata"?

Paolo Viberti e Claudio Gregori, "vestali" della storia delle due ruote hanno impreziosito i racconti con altri aneddoti. Insomma, a ventun giorni dalla Tolmezzo-Sappada del 20 maggio un bell'aperitivo. 

Per il pranzo Davide Cassani si è attrezzato "alla vecchia maniera". In auto fino a Sutrio, un rapido pit-stop e via in bici sulla Sella Valcalda e lo Zoncolan da Ovaro. «Non lo scalavo in bici da 10 anni, mi mancava quella salita», ci ha detto. Impresa riuscita, come dimostra la foto. Viva il ciclismo.

@simeoli1972
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