«The Best American Player Ever», Pallotta sogna Pulisic, star a vent'anni
Tuttomercatoweb
25.07.2018 18:00 di Marco Conterio
"The best American player that I've ever seen". Eddie Johnson, che è stato promessa poi mantenuta solo a metà del soccer, ritiratosi a trentuno anni per problemi di salute, ha così incoronato Christian Pulisic. Difficile dissentire dalla teoria di Johnson sul classe 1998 di Hershey, Pennsylvania.
La parabola dell'esterno del Borussia Dortmund è una storia in quinta marcia: dalla città prima produttrice di cioccolato degli States, dove faceva innamorare i coach della Pennsylvania Classics, alla cantera del Borussia Dortmund nel 2015. Poi l'esordio tra i professionisti, il rinnovo multimilioario fino al 2020. A diciannove anni il wonderboy di Hershey ha giocato settanta gare in Bundesliga, quindici in Champions League, sei in Europa League. Una Supercoppa tedesca dove è andato pure in gol, che sono nove in Bundes e solo uno in Champions.
Pulisic è la grande speranza di una disciplina che negli Stati Uniti è l'ondivaga altalena di un sogno, poi d'un fallimento. Il mancato Mondiale, stretto sotto i colpi di Panama, è uno dei punti più bassi. Poche stelle, strisce sull'avvenire del soccer che così perde adepti e cadetti. Pare pensarci ora la Roma, reduce dall'incolpevole fallimento Malcom, ma il BVB chiede sessanta milioni perché è pure conscio di non aver soltanto il progetto di un campione già ben più che in erba, ma un capitale anche a livello di marketing.
Pulisic è la possibile icona di un movimento ora costretto a ripensarsi ma che se dovesse trovare la giusta quadra, avrebbe investitori degni dei più faraonici dei progetti ora esistenti. Il calcio americano ha spesso avuto ottimi giocatori. La lenta ma ordinata fantasia di Claudio Reyna. Il fisico e l'istinto di Brian McBride. I colpi genuini e rapaci di Clint Dempsey. L'estro di quello che finora è stato il più grande soccer player di sempre, l'eterno Landon Donovan. Ottimi ma non stellari. Perché nonostante il bacino d'utenza, non è mai arrivato un predestinato capace di lasciare il segno anche sul calcio del Vecchio Continente. Christian Pulisic dalla Pennsylvania potrebbe essere diverso. Esterno fuori dagli schemi, dribblomane e assistman. Geniale furetto, ancora fisicamente immaturo ma coi colpi di chi è destinato a diventare un grande. The best American Player Ever. A neanche vent'anni.
La parabola dell'esterno del Borussia Dortmund è una storia in quinta marcia: dalla città prima produttrice di cioccolato degli States, dove faceva innamorare i coach della Pennsylvania Classics, alla cantera del Borussia Dortmund nel 2015. Poi l'esordio tra i professionisti, il rinnovo multimilioario fino al 2020. A diciannove anni il wonderboy di Hershey ha giocato settanta gare in Bundesliga, quindici in Champions League, sei in Europa League. Una Supercoppa tedesca dove è andato pure in gol, che sono nove in Bundes e solo uno in Champions.
Pulisic è la grande speranza di una disciplina che negli Stati Uniti è l'ondivaga altalena di un sogno, poi d'un fallimento. Il mancato Mondiale, stretto sotto i colpi di Panama, è uno dei punti più bassi. Poche stelle, strisce sull'avvenire del soccer che così perde adepti e cadetti. Pare pensarci ora la Roma, reduce dall'incolpevole fallimento Malcom, ma il BVB chiede sessanta milioni perché è pure conscio di non aver soltanto il progetto di un campione già ben più che in erba, ma un capitale anche a livello di marketing.
Pulisic è la possibile icona di un movimento ora costretto a ripensarsi ma che se dovesse trovare la giusta quadra, avrebbe investitori degni dei più faraonici dei progetti ora esistenti. Il calcio americano ha spesso avuto ottimi giocatori. La lenta ma ordinata fantasia di Claudio Reyna. Il fisico e l'istinto di Brian McBride. I colpi genuini e rapaci di Clint Dempsey. L'estro di quello che finora è stato il più grande soccer player di sempre, l'eterno Landon Donovan. Ottimi ma non stellari. Perché nonostante il bacino d'utenza, non è mai arrivato un predestinato capace di lasciare il segno anche sul calcio del Vecchio Continente. Christian Pulisic dalla Pennsylvania potrebbe essere diverso. Esterno fuori dagli schemi, dribblomane e assistman. Geniale furetto, ancora fisicamente immaturo ma coi colpi di chi è destinato a diventare un grande. The best American Player Ever. A neanche vent'anni.
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