Tour: traguardo sul Tourmalet, Val Thorens come ultimo giudice


Trenta «cols», 5 arrivi in salita. La Planche des Belles Filles, più dura delle  precedenti: finale sterrato al 20%. Una cronosquadre e una crono individuale

di CLAUDIO GHISALBERTI
La Gazzetta dello Sport, venerdì 26 ottobre 2018

Guardi la cartina e la prima impressione è che sia il Tour de «midi» France. Leggi i dati e scopri che la prossima sarà l’edizione con più montagne del XXI secolo. Benvenuti a Parigi, palazzo dei Congressi, dove ieri in tarda mattinata si sono tolti i veli sull’edizione numero 106 della corsa più importante del mondo, il Tour de France. Fino alla vigilia s’era parlato della dedica della corsa a Eddy Merckx a cinquant’anni dal primo dei suoi successi in giallo. Le prime due tappe infatti partiranno da Bruxelles: sabato 6 luglio la «Grand Départ» con una tappa per velocisti che include anche il Grammont, il giorno dopo una cronosquadre di 27 km. E ieri il Cannibale, che ha fatto pace con gli organizzatori dell’ASO dopo le violenti polemiche legate alla cancellazione del Qatar,è salito sul palco con Miguel Indurain e Bernard Hinault, gli unici (con Jacques Anquetil) a fare cinquina come il fuoriclasse belga. Chissà che cosa è passato in quei momenti nella testa di Chris Froome seduto in poltrona a fianco di Geraint Thomas. Froome è già arrivato a quattro e in estate sognava l’accoppiata con il Giro, ma a luglio a fare festa al Parco dei Principi era stato il suo compagno «G», Geraint Thomas, con l’olandese Dumoulin a frapporsi tra i due. Chris metterà la maglia gialla al centro del suo universo per la prossima stagione.

LE MONTAGNE 
Alla vigilia si parlava anche dei cento anni della maglia gialla, istituita infatti nel 1919. Ma da ieri contano chilometri e metri di dislivello. Ecco quindi che saltano subito all’occhio quelle che qui chiamano «cols» (salite classificate di II categoria, 1a o Hors Catégorie): ben 30. Per trovare un profilo simile bisogna risalire al 1987 quando le salite furono 29 GPM e di queste 9 HC, 11 di I categoria prima con cinque arrivi in salita. Anche l’anno prossimo gli arrivi in salita saranno 5: La Planche des Belles Filles (più in alto dei precedenti tre arrivi, con un finale su terra battuta a oltre il 20% di pendenza), Tourmalet (da Bareges), Foix-Prat d’Albis (traguardo inedito per una frazione di 4.700 metri dislivello), Tignes e Val Thorens, che con i suoi 2.365 metri sarà il 3° arrivo più alto della storia (Galibier, 2001 con 2.645 metri il più alto). Però rispetto al passato (9 nel 2018) sono meno le montagne HC, solo cinque: Tourmalet, Izoard, Galibier, Iseran (il più alto valico della Francia con i suoi 2.770 metri che verrà scalato dal versante di Maurienne, il più duro, che non si faceva dal 1963) e Val Thorens. Eppure sarebbe però sbagliato fare l’equazione tante salite, scalatori favoriti. Due esempi? Il numero minimo di «cols», 17, fu nel 2008. Eppure vinse Carlos Sastre, scalatore puro. Lo scorso anno con 26 montagne ci fu un podio da cronoman. E il quarto era Roglic... 

LE ALTRE TAPPE 
Detto delle grandi salite e della cronosquadre, il Tour 106 prevede 7 tappe di pianura e altrettante di media montagna. Solo una, a Pau e di 27 chilometri, la crono individuale. Sarà il 19 luglio, il giorno del 100° compleanno della maglia gialla. Domenica 28 luglio la tradizionale passerella sui Campi Elisi.

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