Trama vincente


Per otto anni la squadra francese della Renault ha accumulato vittorie grazie a fuoriclasse come Hinault, Fignon e LeMond

Testo GILES BELBIN
CYCLIST ITALIA, febbraio 2019

Con ancora poco più di 100 km da percorrere nell’edizione 1980 della Liegi-Bastogne-Liegi, il direttore sportivo della Renault, Cyrille Guimard, affiancò con l’ammiraglia Bernard Hinault, abbassò il finestrino e disse al capitano di togliersi la mantellina. “La gara comincia adesso”, gli disse.

Hinault deve aver pensato che Guimard fosse pazzo. Era metà aprile, ma la gara era stata condizionata da condizioni climatiche freddissime. La neve era caduta sin dall’inizio e le strade erano fradice di fanghiglia. Oltre cento corridori avevano abbandonato nella tormenta senza nemmeno raggiungere l’inversione di rotta a Bastogne. Il pro francese Gilbert Duclos-Lassalle dichiarò al quotidiano L’Equipe che alcuni si erano tolti il numero ed erano tornati in hotel per non dover più pedalare, tanto era pessimo il tempo. Ora Guimard stava dicendo a Hinault di togliersi l’unica protezione contro il maltempo che aveva.

“La mia mantellina era fatta di tessuto cerato e all’interno mi sentivo molto caldo”, rifletté in seguito Hinault. “Ma l’ho tolta come da istruzioni e ho deciso che l’unica cosa da fare era pedalare più forte che potevo per mantenermi caldo”. Indossando solo la maglia gialla e nera della sua squadra Renault, una maglia paragonabile all’addome di un’ape, Hinault ha intrapreso quella che sarebbe diventata una delle imprese più importanti del nostro sport. Davanti a lui c’era Rudy Pevenage, inseguito da un gruppetto di corridori. Hinault accelerò sullo Stockeu, raggiunse gli inseguitori di Pevenage e li riportò sul belga. Alla salita dopo attaccò di nuovo. Nessuno andò con lui.

C’erano ancora 80 km da percorrere e Hinault era solo fra le condizioni meteo più difficili mai affrontate in una gara ciclistica. Così ha fatto quello che ha sempre fatto - ha abbassato la testa per raggiungere l’arrivo.

Il francese è sopravvissuto alle pericolose strade ghiacciate e vinse con più di nove minuti, stando alle dichiarazioni dei suoi compagni di squadra che lo guardarono da un hotel vicino al traguardo. Solo 21 corridori conclusero la gara.

Hinault tornò nell’hotel della Renault, dove lo aspettava un bagno caldo. Svuotò la vasca e la riempì di acqua tiepida prima di entrarvi. Era stato così intorpidito dalle condizioni atmosferiche che gli ci vollero settimane per recuperare. Ha poi raccontato che le sue mani sono rimaste sensibili al freddo ancora oggi.

Fu la sua terza vittoria in una corsa Monumento e la seconda con la maglia della Renault. Quattro mesi dopo avrebbe vinto i Campionati del mondo su un percorso brutale nelle Alpi francesi, pedalò in solitaria sotto un cielo pesante e acciuffò una famosa vittoria - il primo vincitore francese in 18 anni. Nel 1981 vinse la Parigi-Roubaix e dichiarò che la corsa era “una connerie”, dopo essere caduto sette volte ed essersi scontrato con un cane. A un certo punto, mentre indossava la sua maglia arcobaleno, fu costretto a portare la sua bici a spalla e correre attraverso un campo per evitare di rimanere aggrovigliato dopo un incidente.

Fondata nel 1898 dai fratelli Louis, Marcel e Fernand Renault per la produzione di automobili, la Renault è stata nazionalizzata dopo la Seconda guerra mondiale, diventando la regina nazionale delle fabbriche. E poi, per la sua posizione in Francia, è stata spesso definita “l’Azienda”. Nel 1974 la Renault acquistò il 30% della Cicli Gitane e due anni dopo ne prese il controllo. Gitane aveva co-sponsorizzato una squadra di ciclismo al fianco di Campagnolo dal 1975, e quando l’accordo finì - nel 1977 - ne divenne l’unico sponsor. Fu l’inizio di un’incredibile avventura di otto anni.


L’arrivo di Fignon

Dal 1978 fino alla scomparsa della squadra, la Renault ha rivendicato non meno di 10 titoli nei Grandi Giri. Hinault ne ha vinti otto, diventando il primo ciclista nella storia a vincere più volte il Tour, il Giro e la Vuelta, ma è stato il suo successore come leader in squadra a ottenere le ultime due vittorie del Tour per il team.

Nel maggio del 1981, un talentuoso ciclista francese di 20 anni di nome Laurent Fignon ricevette una telefonata da Guimard. Il capo della Renault gli disse che lo voleva per la stagione 1982. Nella sua autobiografia “We were young and carefree”, Fignon scrive che questa chiamata sancì la svolta nella sua carriera. Era arrivato in un top team. “Stavo andando da Guimard”, scrive. “Avrei corso a fianco di Hinault, l’equivalente ciclistico di laurearsi a Oxford o Cambridge”.

Il talento e la personalità di Fignon erano tali che Guimard pensò che i problemi tra il nuovo arrivato e Hinault sarebbero stati inevitabili. Fignon nel suo libro sostiene che non ci sono mai stati problemi, nonostante abbia raccontato come a cena, all’inizio della stagione 1983, rispose all’autorevole Hinault che era fuori forma e rimproverò la squadra per essere andata troppo male durante una cronosquadre. Gli disse: “Tutto quello che devi fare è allenarti,  amico. La cosa è molto semplice”.

Una lesione al ginocchio affliggeva Hinault in quella stagione, il che significava che la Renault sarebbe quindi andata alla Grande Boucle senza il suo leader quattro volte vincitore del Tour. Fignon poté contare sull’appoggio della squadra ed ereditò la maglia gialla dopo che Pascal Simon, che aveva conquistato i cuori dei francesi pedalando per sei giorni con una spalla rotta, abbandonò la corsa. Fignon vinse la penultima tappa ed entrò a Parigi da vincitore con oltre quattro minuti di vantaggio. E la Renault vinse così il suo quinto Tour in sei anni.

Fignon vinse nuovamente il Tour nel 1984. Questa volta distrusse Hinault, che aveva lasciato la squadra per unirsi a La Vie Claire. Nella tappa dell’Alpe d’Huez, Fignon respinse i ripetuti attacchi di Hinault prima di involarsi sul finale della salita. L’ex leader della Renault arrivò secondo a Parigi, a 10 minuti dal vincitore, mentre si classificò terzo il suo giovane compagno di squadra americano, Greg LeMond.

L’emergente LeMond era entrato nel team nel 1981, ma le sue tre vittorie al Tour arrivarono dopo che aveva lasciato la squadra. Quando era nella Renault vinse il Giro del Delfinato e i Campionati del mondo nel 1984, bissando quello di Hinault del 1980 con la stessa squadra.

La Renault abbandonò il ciclismo alla fine del 1985. L’azienda stava affrontando difficoltà finanziarie (venne poi privatizzata negli anni Novanta) e ritirò così tutte le sponsorizzazioni sportive. Guimard e Fignon continuarono formando la propria squadra, assicurandosi la sponsorizzazione della società cooperativa francese attiva nella grande distribuzione organizzata Système U.

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