HOOPS PORTRAITS - Addio coach Bucci, in media stat Virtus


di CHRISTIAN GIORDANO
Sky Sport 24, 9 marzo 2019

Uno come Bucci, quando lo incroci non passa inosservato. Personalità straripante, entusiasmo contagioso. Una vita da film che non avrebbe potuto avere sceneggiatura migliore, la sua: ha sempre fatto tutto, tutto come voleva lui.

Bolognese come non se ne fanno più, classe '48, istrionico, allenatore nato: a 25 anni già sdottorava basket sulla panchina Fortitudo, lui che sarebbe diventato icona - e dal 2016 (l'anno della retrocessione) persino presidente - delle V Nere.

Con la prima grande Virtus moderna che poi Messina avrebbe portato in cima all'Europa, conquistò tre scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana.

La storia della pallacanestro però l'ha scritta anche se non soprattutto in provincia: l'epica finale-scudetto '89 a Livorno, sponda Enichem, vinta da Milano col giallo del canestro valido-non valido di Forti; la Coppa Italia con la Scaligera Verona in A2 e con Pesaro; le promozioni in A1 con la stessa Livorno e Fabriano, dove era arrivato da quella Rimini – che poi avrebbe anche presieduto, e dove avrebbe scelto di vivere – da lui portata dalla D alla storica prima volta in A2.

A Praga 2009, persino il mondiale over 45, da responsabile della nazionale azzurra Master.

Hall-of-Famer del nostro basket dal 2015, amava - e capiva profondamente - anche il calcio. 

Amicissimo di Carlo Ancelotti, erano diventate un cult – per arguzia e verve – le sue ospitate a Calciomercato - l'Originale. 

Bucava lo schermo, Alberto. Un affabulatore che raccontava neanche la metà degli aneddoti che tanto l'hanno fatto amare a chi l'ha anche solo incrociato fra spogliatoi, palazzetti e uscite con la squadra. Buon viaggio, coach.

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