Milano-Sanremo 1970 - Michele Dancelli



Milano-Sanremo 1970, 19 marzo. 

Michele Dancelli (1942). Un uomo in fuga verso Sanremo. Alle sue spalle vigila Vincenzo Torriani (1918-1996), in piedi e al vento sulla vettura della Direzione di Corsa, un'incredibile (e improbabile) Fiat 130.

Amava le fughe da lontano, il Dancelli. E così ha lasciato tracce importanti nella storia del ciclismo, sia le volte che vinceva, sia quando, invece, si doveva arrendere a qualcuno quel giorno più forte di lui o alla sua innata attitudine a dissipare le proprie energie. 

Forte in salita come in volata, ottenne vittorie in serie in Italia e all'estero e un'incredibile collezione di piazzamenti. Gran cacciatore di tappe al Giro e al Tour, fosse stato meno individualista ed anarchico, forse un Giro d'Italia lo avrebbe anche potuto vincere... 

Un «sognatore nomade», così lo definì un giorno Gianni Mura (1945). E il suo sogno era, come per tutti i ciclisti italiani di quell'epoca, la Sanremo. Erano ben diciassette anni che un italiano non vinceva la Classicissima di Primavera, dalla vittoria di Loretto Petrucci (1929-2016) nel 1953...

Ero un bambino allora, ma ricordo passo per passo l'impresa, il Poggio che sembrava non finire mai (!), le mie emozioni di piccolo appassionato, le urla di incitamento di papà, la telecronaca del mitico Adriano De Zan (1932-2001), le lacrime di Dancelli sul traguardo...

E che bello poter dire, anche se da casa: io c'ero!
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Milano-Sanremo 1970, 19 marzo. 288 km.

1. Michele Dancelli (Italia) - Molteni in 6h32'56" 
2. Gerben Karstens (Olanda) - Peugeot-BP-Michelin a 1'39" 
3. Eric Leman (Belgio) - Flandria-Mars s.t. 
4. Italo Zilioli (Italia) - Faemino s.t. 
5. Walter Godefroot (Belgio) - Salvarani-Chiorda s.t.
6. Rolf Wolfshohl (Germania) - Fagor s.t.
7. Mauro Simonetti (Italia) - Ferretti a 1'43"
8. Eddy Merckx (Belgio) - Faemino a 1'56"
9. Frans Verbeeck (Belgio) - Geens-Watney s.t.
10. Guido Reybrouck (Belgio) - Germanvox s.t.



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