Messi-600 e il calcio al di là delle nuvole


Wendersianamente, così vicine, così lontane. Semifinali (di andata) di struggente bellezza, e che più diverse non si può. Due clinic di tecnica e tattica, con l'equilibrio spezzato da una giocata figlia di una scuola che non conosce miedo escenico (che sia Madrid, Torino o Londra);  o dalle magie di un extraterrestre capace di dominare a comando. Per sé o per i compagni. ten hag e Valverde hanno scommesso su certezze consolidate: 433, e tanta "gamba" sulle fasce. 

Pochettino e Klopp, i due capitani più coraggiosi che han sperimentato la difesa a tre, son stati puniti. Più nel punteggio che "ai punti". E prima ancora dalla sorte, sottoforma squalifica e d'infortuni. E più nel punteggio che "ai punti". Pochettino, che davanti non aveva Son e Kane, dietro ha perso in corsa Vertonghen, e s'è arreso all'inscursione di van de Beek. Klopp invece l'ha butatta sull'uno contro uno fra Gomez-Matip-van dijk e il trio-maravilla Messi-Suárez-Coutinho. 

Il Cannibale l'ha aperta (dopo un anno di digiuno in Champions), e la Pulce l'ha chiusa. Col brasiliano in serata-no, prima è andato lui in porta col pallone, poi, da vero capopopolo, per difendere il compagno, ha esultato zittendo - così - il Camp Nou. E infine con la 600-esima perla in blaugrana - il primo maggio come 14 anni e 599 magie fa - ha spinto il Barça e il calcio, wendersianamente, lassù: al di là delle nuvole.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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