Roglič à la Yates, Jakobsen e Pogačar il futuro


Come il 2018, anche il 2019 dei grandi giri è l'anno delle prime volte.

Tre UK dodici mesi fa (Froome in rosa, Thomas in giallo e Yates in rosso), due sudamericani (l'ecuadoriano Richard Carapaz al Giro e il colombiano Egan Bernal al Tour) e lo sloveno Primož Roglič alla Vuelta quest'anno.

E proprio alla scorsa stagione di Simon Yates, il quasi 29-enne capitano della corazzata Jumbo-Visma sembra essersi ispirato: stessi errori in Italia (due terzi dominati e cedimento finale), condotta trionfale in Spagna: due tappe vinte, e una leadership (anche in verde a punti) mai in dubbio.

Anno magico per l'ex iridato junior a squadre (otto anni fa) nel salto con gli sci: UAE Tour, Tirreno-Adriatico (per meno di un secondo sull'altro gemello Yates, Adam) e bis al Romandia.

Sul podio un passaggio generazionale: secondo a 2'33" l'eterno Valverde, 39 anni, al nono gradino nei grandi giri, il settimo alla Vuelta 16 anni dopo il primo; terzo a 2'55" il ventenne sloveno Tadej Pogačar, tre tapponi spettacolari e maglia bianca di miglior giovane.

La passerella di Madrid è stata il bis del 23enne tricolore olandese Fabio Jakobsen, primo anche a El Puig, alla quarta, sempre davanti all'irlandese Sam Bennett: 62-esimo successo stagionale per i Wolfpack della Deuceninck-QuickStep.


Al francese Geoffrey Bouchard la maglia a pois di miglior scalatore. 

Alla Movistar del più combattivo Miguel Ángel López, quinto (a 4'48") dietro l'altro colombiano Quintana (3'46"), la classifica a squadre. Per il Condorito è stata l'ultima Vuelta con loro. Dal 2020 ci riproverà con l'Arkea-Samsic contro la Jumbo-Visma ancora di Roglič e, per la prima volta, di Dumoulin.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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