IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Le Imprese: Zimmy al Giro del Lazio '86
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Simone Basso
IN FUGA DAGLI SCERIFFI
Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta
Prefazione di Herbie Sykes
Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90
Il Giro del Lazio, col vecchio calendario, per vent’anni fu la rivincita immediata al mondiale agostano.
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I 237 chilometri del Lazio – da Marino a Roma – richiedevano fondo e versatilità: terreno di caccia ideale per chi – dopo sette mesi di competizioni in giro per il mondo – ancora ne aveva. Passista di classe o velocista resistente.
La prima fuga fu promossa da Maurizio Conti, alla ricerca di un contratto per il 1987, al quale si aggiunsero Claudio Fasolo, Claudio Golinelli e Fabio Bordonali. Centotrenta chilometri davanti e poi, ripreso il quartetto, il clou: l’erta di Rocca di Papa, il momento che spezzava in due la gara. Lì, su un tratto di pendenza al dieci per cento, il forcing di Urs Zimmermann non fece prigionieri: a poco più di cinquanta chilometri dall’arrivo, lo svizzero s’involò solitario.
Ottantasei da incorniciare, per l’elvetico. In prima linea sin da marzo: alla Parigi-Nizza duellò col grande Sean Kelly e s’impose – proprio sull’irlandese e su Greg LeMond – al Critérium International.
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Il tentativo di Zimmermann, che forzò nel punto più duro del tracciato, tolse al bresciano la possibilità di salvarsi e di organizzare la rimonta. Quattro giorni più tardi, confermando il proprio stato di grazia, Bontempi si sarebbe imposto nella Parigi-Bruxelles. Lo svizzero dalla pedalata elegante, testa china sul manubrio, cominciò la sua corsa da lepre: spianato il pavé dell’Appia Antica, entrò nella kermesse finale: quattro giri nel centro storico capitolino. Laddove partì al contrattacco un quartetto – Gianni Bugno, Maurizio Rossi, Maarten Ducrot e Davide Cassani – che arrivò a diciotto secondi dal fuggitivo.
Decisive furono la cazzimma dell’elvetico, cresciuto alla scuola della Cento chilometri, e la presenza passiva di Ducrot e Cassani, compagno di Zimmy che francobollò i tre.
Alla seconda tornata, fuoriuscirono dal plotone Adrie van der Poel, Palmiro Masciarelli, Bruno Cenghialta e Gibì Baronchelli: niente da fare. Zimmermann suggellò l’impresa, spingendo a tutta fin sul traguardo col Colosseo a pochi metri.
Un numero da campione, che ne confermava la cilindrata, super, e l’attitudine da attaccante: considerata dal suo diesse Davide Boifava, quell’aggressività, il suo vero limite nella gestione di una gara di tre settimane.
Un minuto dopo, Bugno regolò il gruppetto davanti a Cassani, Ducrot e Rossi; poi – a uno e quaranta – van der Poel su Masciarelli, Baronchelli e Cenghialta. Il grosso (si fa per dire) fu battuto da Nico Emonds, a seguire Tony Rominger, Giuseppe Calcaterra, Giovanni Mantovani, Paolo Cimini, Pierino Gavazzi.
Urs Zimmermann, il migliore tappista rossocrociato della sua generazione, non vincerà mai quel grande giro che pareva nel suo oroscopo.
Uomo per niente banale, di certo non afflitto da campionismo, uno dei primi vegetariani del ciclismo, provocò – suo malgrado – uno sciopero dei corridori alla Grande Boucle 1991.
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Uomo per niente banale, di certo non afflitto da campionismo, uno dei primi vegetariani del ciclismo, provocò – suo malgrado – uno sciopero dei corridori alla Grande Boucle 1991.
Correva nella Motorola e, il giorno di riposo, si rifiutò di prendere l’aereo per il trasferimento da Saint-Herblain, nella Loira, a Pau. Il Tour, al solito, prese una decisione drastica: lo squalificò. I colleghi allora protestarono, minacciando di non correre la Pau-Jaca, e ritardarono la partenza. Zimmermann fu riammesso, in molti scrissero che aveva paura di volare. Qualche anno più tardi, si seppe che volle viaggiare – in auto – coi meccanici: li preferiva, come compagnia, ai coéquipier.
ORDINE DI ARRIVO
Giro del Lazio, 20 settembre 1986
1° Urs Zimmermann (Carrera Jeans) 237 km in 6h34’15”, media 36,068 km/h
2° Gianni Bugno (Atala) a 57”
3° Davide Cassani (Carrera Jeans)
4° Maarten Ducrot (Kwantum Hallen-Yoko)
5° Maurizio Rossi (Ecoflam-Jolly-BFB)
6° Adrie van der Poel (Kwantum Hallen-Yoko)
7° Palmiro Masciarelli (GiS Gelati)
8° Gianbattista Baronchelli (Del Tongo)
9° Bruno Cenghialta (Magniflex)
10° Nico Emonds (Kwantum Hallen-Yoko)
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