Sull'altalena Levy giù Poch, sale Mou


Da quasi in cima all'Europa a quasi in fondo alla Premier: in 171 giorni.

È la imprevedibile altalena di Mauricio Pochettino, che il Tottenham - finalista della scorsa Champions col liverpool e secondo a -5 dal Bayern in questa ma 14-esimo in campionato, a -20 dal liverpool e a 11 dal City quarto - ha esonerato dopo cinque anni e mezzo di montagne russe.

Tanto bel gioco ma anche infortuni-chiave, e débàcle clamorose: una per tutte il seppuku tattico nella Champions 2018 contro la Juventus.

Mai prima di lui gli Spurs erano arrivati così in alto, e mai avrebbero pensato - nell'anno del nuovo stadio da un miliardo di sterline - di ritrovarsi così basso.

A pagare per tutti è - con il suo staff (compreso il figlio maggiore Sebastiano) - l'allenatore argentino, che in estate tanti volevano e nessuno s'è preso.

"Decisione nell'interesse del club", ha dichiarato il presidente Daniel Levy, non nuovo a queste soluzioni: a Hoddle nel settembre 2003 eguirono Santini e Jol, licenziato nel 2007 con una vittoria nelle prime dieci partite.

Il 25 ottobre 2008 toccò a Juande Ramos, che pure gli aveva portato il primo trofeo - la Coppa di Lega -; fu rimpiazzato con Harry Redknapp che dopo un quarto e un quinto posto non si accordò per il rinnovo.

Fu allora la volta di Villas Boas, avvicendato nel dicembre 2013: fatale lo 0-5 al White Hart lane contro il Liverpool. Ancora loro, i reds. Dopo lo Special Two, ecco Poch. Adesso, questione di dettagli, lo Special One originale. E di nuovo su e giù con l'altalena. Fino alla prossima... alzata di Levy. O non sarebbero gli Spurs.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
19 novembre 2019

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