Roma 1984 - Profondo giallorosso


di CHRISTIAN GIORDANO © - Guerin Sportivo n.1, 7-13 gennaio 2003
© Rainbow Sports Books

L’anno dopo Atene tocca per la prima volta alla Roma. Complici infortuni (Ancelotti in primis) e leggerezze difensive dovute principalmente al passaggio di Vierchowod alla Sampdoria, la «Maggica» abbandona già nel girone d’andata le speranze di bis in campionato. Ma in coppa marcia spedita superando l’IFK Goteborg (3-0/1-2), il CSKA Sofia (1-0/1-0), la Dynamo Berlino (3-0/1-2) e il Dundee United (0-2 in Scozia, 3-0 all’Olimpico) del caso Vautrot. 

Con la finale in casa, tutto sembra pronto per celebrare Di Bartolomei che alza la Coppa dei Campioni, compreso il concerto gratuito di Venditti al Circo Massimo. La sindrome-Amburgo, evidentemente, non ha insegnato nulla. E così, il 30 maggio, la Roma, che deve fare i conti con l’assenza per squalifica del terzino sinistro Maldera e gli acciacchi di Falcão, non può che partire favorita. 

La partita però si mette subito male. Al 15’ Neal, capitano dei «reds», approfitta di una carica di Whelan su Tancredi, tollerata dall’arbitro svedese Fredriksson, e in tap-in mette dentro: 1-0. L’immediata reazione della Roma cozza invano contro la solidità della retroguardia inglese, e per agguantare il pari ci vuole un guizzo di Conti, sulla fascia destra, che al 44’ crossa per l’incornata vincente di Pruzzo. Nell’intervallo, il centravanti romanista, sopraffatto dalla tensione, ha conati di vomito. Rientra in campo ma poi viene sostituito da Chierico. 

Il secondo tempo scorre senza emozioni. Si va ai rigori, in un’atmosfera che ha dell’irreale. L’errore di Nicol illude il popolo romanista, gelato poi dagli sbagli di Graziani e Conti, forse innervositi dal «clownesco» portiere Grobbelaar. Poco da stupirsi: ad uno che ha conosciuto la guerriglia nell’ex Rhodesia del Nord, la processione dal dischetto fa sì e no il solletico. Alla fine, esaurite le lacrime, all’ambiente giallorosso non rimane che scaricare la delusione nell’inevitabile coda di velenose polemiche per il rifiuto di Falcão di tirare il rigore. Col sogno finisce un ciclo. Quello del Barone.


La tattica/Lo spauracchio Liverpool

Guidato in panchina da Joe Fagan, successore del mostro sacro Bob Pasley, il Liverpool è una sorta di multinazionale calcistica del Commonwealth che annovera giocatori dello Zimbabwe (Grobbelaar), australiani (Johnston), scozzesi (Souness, il difensore Hansen e Kenny Dalglish, l’erede tecnico di Kevin Keegan), gallesi (il centravanti Rush), irlandesi (Whelan e l’altro centrale Lawrenson) e, naturalmente, inglesi (i terzini Neal e Kennedy e il motorino di centrocampo Lee). Lo schieramento prevede i soliti quattro difensori in linea, un regista di centrocampo, Souness (futuro doriano), affiancato da due cursori, il motorino Lee e il più difensivo Whelan. Più avanzati, Dalglish nel ruolo di mezza punta e Johnston che fa da pendolo sulla trequarti sinistra. Il solo attaccante fisso è Rush, che deve anche aprire i varchi per gli inserimenti dei compagni. Un modulo non molto spettacolare ma pratico e solido in copertura.

I giallorossi, che nei primi anni ’80 contendono alla Juve la ribalta tricolore, vanno controcorrente: al gioco all’italiana dei bianconeri contrappongono una zona «danzata», solo in apparenza lenta. Il salto di qualità lo porta Falcão, cervello della squadra e brasiliano «anomalo», per pigmentazione e tipo di gioco: quello del classico volante» alla sudamericana, poco portato alle giocate d’effetto, ma fondamentale per la ragnatela di passaggi voluta da Liedholm.


Il tabellino

Roma, stadio Olimpico, 30 maggio 1984
ROMA-LIVERPOOL 3-5 d.c.r. (1-1, 0-0, 0-0, 0-0)
Roma: Tancredi; Nappi, D. Bonetti; U. Righetti, Falcão, Nela; Conti, Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. Allenatore: Nils Liedholm.
Liverpool: Grobbelaar; Neal, Kennedy; Lawrenson, Whelan, Hansen; Dalglish, Lee, Rush, Johnston, Souness. Allenatore: Joe Fagan.
Arbitro: Fredriksson (Svezia).
Marcatori: Neal al 15’, Pruzzo (R) al 44’.
Sostituzioni: Chierico per Pruzzo al 64’, Nicol per Johnston al 72’, Robinson per Dalglish al 94’, Strukelj per Cerezo al 115’.
I rigori: Nicol (alto), Di Bartolomei (gol), Neal (gol), Conti (alto), Souness (gol), U. Righetti (gol), Rush (gol), Graziani (traversa), Kennedy (gol).
Spettatori: 70 mila circa.

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