Da Sasha (Danilovic) a Sasha (Djordjevic).


La Virtus, campione d'inverno 19 anni dopo, è tornata grande. E serba. 

Come i suoi leader Milos Teodosic e Stefan Markovic in campo, e Djordjevic in panchina. 

Nelle ultime grandi Virtus - quella del double scudetto-Eurolega con Danilovic e Savic del '98 e quella di Jaric nel "Grande Slam" 2001, la occupava Ettore Messina.

Lo stesso che oggi, da presidente-allenatore di Milano, è il Grande Avversario nel sogno tricolore.

Djordjevic l'ha battuto nello scontro diretto del 29 dicembre. Ma è con le parole, dopo, che gli ha fatto più male. "Con quel che spende Milano è sempre favorita", il succo amarognolo del Sasha-pensiero.

Che però a sua volta per Teodosic non ha badato a spese: triennale da oltre 5 milioni netti complessivi per un 32-enne che, si mormorava dopo il suo deludente biennio NBA ai Clippers, magari è pure mezzo rotto.

Altro che mezzo rotto: con il trentello a Trento (gli ultimi 16 con 3 triple consecutive negli ultimi 5'), fanno 15,9 di media (più 6,2 assist) per gara. 

In coppia con Markovic gli assist sono 193 (il 57.6%) su 335: il top del campionato e come tutta Pistoia insieme. La Bologna bianconera è tornata grande. E ha un sogno in serbo. Anzi, tre. 

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO, 6 gennaio 2020

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