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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Una chiacchierata con Italo Zilioli

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https://www.bikeraceinfo.com/oralhistory/zilioli-it.html di Bill McGann & Valeria Paoletti Italo Zilioli sulla strada per Dobbiaco nella 19° Tappa del Giro d'Italia del 1970 Verso la fine della stagione agonistica del 1963, il neo-professionista Italo Zilioli, che correva per il leggendario teamCarpano, scosse il mondo del ciclismo Italiano vincendo quattro tra le più importanti gare di un giorno: le Tre Valle Varesine, il Giro dell’Appennino, il Giro del Veneto e il Giro dell’Emilia. Dalla scomparsa di Fausto Coppi nel 1960, il ciclismo Italiano aveva sperato di trovare un altro Coppi e l’exploit di Zilioli fece ben sperare.  Soprannominato Coppino per la sua costituzione esile, la sua straordinaria abilità di scalatore e il suo stile non esplosivo, fu un atleta di grande talento, in grado di collezionare 58 vittorie in 14 anni di professionismo, di indossare la Maglia Gialla e di salire sul podio finale del Giro d’Italia per quattro volte (2° nel 1964, ’65 e ’66 e

La caduta di Roger Rivière

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https://www.bdc-mag.com/la-caduta-di-roger-riviere/?refresh_ce-cp BDC-MAG.COM - 26/02/2020 Figlio di un cromatore di biciclette di Saint-Étienne, Roger Rivière (nato nel 1936), si era appassionato di ciclismo sin da bambino, collezionando le figurine dei campioni. A 10 anni riceve in regalo la prima bici e subito si iscrive ad un club ciclistico locale cominciando a gareggiare . A 16 anni, ottenuto un diploma professionale di meccanico di precisione, diventa amateur  (categoria ciclistica francese) e si dedica al ciclismo, pur lavorando a turni come attrezzista. Rivière è un appassionato di ciclismo, non solo un ciclista. Fosse vissuto ai nostri tempi sarebbe stato un fan sfegatato di Strava: praticamente ogni giorno scalava in bici il Col de la Republique la mattina, per poi allenarsi su pista il pomeriggio. I risultati non si fanno attendere, già dal 1952 arrivano le vittorie di un certo prestigio, almeno localmente. Nel 1955 arriva 2° ai campionati nazionali di ins

MARIO BECCIA, LO SCALATORE GARIBALDINO CHE SAPEVA VINCERE

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https://sport660.wordpress.com/2020/02/21/mario-beccia-lo-scalatore-che-sapeva-vincere/?fbclid=IwAR1T6sKhp3OJXLC6LhJB8-iE__X0_w4G9zBv5XH87QKbwcaTx-R_zmfl7W8 di NICOLA PUCCI - 21 febbraio 2020 A ricordare il ciclismo anni Settanta-Ottanta, se l’Italia poteva affidarsi a fuoriclasse del calibro di Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Giovanni Battaglin e Moreno Argentin , altresì aveva a disposizione, subito dietro ai campioni acclamati, un plotone consistente di corridori di seconda fascia, all’occorrenza capaci di imporsi in corse dal prestigio internazionale. Prendete Mario Beccia , ad esempio, scalatore per costituzione e attaccante per vocazione.  Nato a Troia, in provincia di Foggia, il 16 agosto del 1955 e professionista dal 1977 al 1988 , piccolo di statura e leggero quanto basta per eccellere in salita, Beccia seppe farsi apprezzare per il temperamento garibaldino e il carattere schietto, che se in parte gli alienò la simpatia degli organizzatori del Giro d’I

OLIMPIA MILANO - AMARCORD ROSSO SANGUE, SPUTATO

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https://www.sport-e-cultura.com/2020/02/20/amarcord-rosso-sangue-sputato/ di SIMONE BASSO Sport & Cultura - 20 febbraio 2020 “Ho in mente di buttar giù una grossa pisciata in prima persona sulla avventura milanese,  sul miracolo economico,  sulla diseducazione sentimentale che è la nostra sorte d’oggi…”  (Luciano Bianciardi) Con l’ultimo quarto di Chicago nelle pupille, dopo tre parziali di All-Star Game classico (?), cicloturistico, si vede meglio l’orizzonte. LeBron contro Giannis, i closeout difensivi, alcuni uno-contro-uno eccetera. A paragonarlo con la finale di Coppa Italia di qualche ora prima, un generoso ciapanò alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, sembrano due sport diversi. Pure se gli altri giocavano per finta (...), non ci sarebbe bisogno della dea Circe per capire – tra i due spettacoli – quale fosse il più attraente. Vedere vincere la (gloriosa) Reyer Venezia, defunta una volta a metà anni Novanta, fa parecchio Serie A postatomica. La stess

THE LEGACY OF CHARLIE GEORGE, ARSENAL’S RAMBUNCTIOUS HOMETOWN HERO

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https://thesefootballtimes.co/2019/04/17/the-legacy-of-charlie-george-arsenals-rambunctious-hometown-hero/ 17/04/2019 - by WILL SHARP When we pack onto the terraces of the grounds we call home and stand shoulder-to-shoulder, singing our hearts out in hope of inspiring to victory the 11 lucky souls clad in the same colours as ours, what we’re really saying is: ‘I’d give anything to be out there; playing.’ That is why, as magical as it is to witness an exotic, bronze-skinned, Michelangelo-sculpted, fortune-fetching import take to the pitch to play for your little old club, there remains nothing quite like the pride of seeing a local lad playing for the team you both adore. As of the late-60s and into the mid-70s, there was one long-haired cockney in particular who routinely gifted the fans of Arsenal that uniquely prideful stomach flutter, felt only while watching one of their own take to the pitch intent on living out the dream that, not unlike the subject of their unerr