Luka Jovic, il ritorno all’Eintracht e la necessità di ritrovarsi
di GIORGIO DUSI
Bundesilatlia.com, 14 gennaio 2020
Quando, nell’estate 2019, Luka Jović lasciò l’Eintracht Francoforte per trasferirsi al Real Madrid per oltre 60 milioni di euro, il pensiero più frequente tra gli addetti ai lavori riguardava la perplessità sul costo; e sul rischio del famoso one-season-wonder, espressione inglese che inquadra quegli atleti che imbroccano l’anno buono e poi finiscono nel dimenticatoio.
Ventisette gol in 48 partite in una squadra di media classifica in Bundesliga sembravano un biglietto da visita sufficiente solo a tratti. Con il senno di poi, 18 mesi dopo, possiamo dire che i dubbi potevano avere solidi fondamenti. Ma allo stesso tempo quelle incertezze mostrate nella Liga potrebbero permetterci di ritrovare, di nuovo nel massimo campionato tedesco, uno degli attaccanti potenzialmente migliori della propria generazione.
Chiunque abbia seguito l’Eintracht Francoforte e Jović nella stagione 2018/19 ha pensato che quel numero otto potesse diventare un top in breve tempo. Non dubitiamo che il Real Madrid fosse tra quelli. E allo stesso tempo non dubitiamo che gli stessi merengues abbiano accettato di rimandarlo in prestito nel club che lo ha proiettato al top del calcio europeo.
Certo, in un contesto diverso, ma nello stesso ambiente e con lo stesso allenatore, Adi Hütter, colui che ha credito in lui più di tutti. Anche più di Kovac, che lo aveva lanciato in prima squadra l’anno prima, appena arrivato dal Benfica in prestito biennale con diritto di riscatto.
Ecco, il Benfica. Jović in Portogallo aveva trascorso mesi complicati, un passo indietro rispetto alle aspettative che si era costruito alla Stella Rossa; dove aveva debuttato a sedici anni e mezzo, segnando il gol decisivo per vincere il campionato.
Poi, a Francoforte si è ripreso con gli interessi. Un paio d’anni nell’ombra, prima di ritornare il talento che aveva stregato la Serbia. E anche il Real Madrid, di cui sopra. Insomma, Luka è uno che sa affrontare periodi negativi e uscirne rialzando la testa fino a brillare di nuovo, ciò che spera accada l’Eintracht, che lo ha preso in prestito fino a fine stagione. Di certo, il classe 1997 ha qualcosa da dimostrare. Come sempre. Un serbo cresciuto in Bosnia, che dormiva in macchina per allenarsi, ha una certa tempra. Poco ma sicuro.
A Madrid tutto è andato storto. Soltanto due gol in 32 presenze, tante critiche, tanta sfortuna. Di certo non è stato facile interpretare, a vent’anni, il ruolo di riserva di Karim Benzema, con il capitano Sergio Ramos il giocatore più importante del Madrid negli ultimi diciotto mesi.
Complicato farsi trovare pronti senza avere la continuità dell’anno prima. Un cambiamento troppo drastico, evidentemente, per un giocatore così giovane. Nonostante l’inizio fosse stato tutt’altro che negativo: da subentrato aveva approcciato bene i primi impegni. Anche se il pubblico del Bernabéu la buona volontà la apprezza solo a tratti. Di qualità, piuttosto, se n’è vista poca.
Nenche nella gestione della propria immagine Jović è stato impeccabile. Durante la pausa dovuta al Covid-19, si è fatto immortalare abbracciato ad un amico durante un barbecue, contravvenendo alle regole-base della prevenzione. Poche settimane prima aveva rotto la quarantena in Spagna per volare in Serbia, al compleanno della sua fidanzata. Si era parlato anche di un possibile arresto, ipotesi poi sventata. La sorte non l’ha aiutato, visto che si è pure infortunato a un piede. Non mentre si allenava in casa, ma cadendo dal balcone. Resta ignoto cosa stesse provando a fare. Quando si dice che uno la fortuna se la deve creare.
Anche per questo motivo, comunque, Jović ha scelto di tornare all’Eintracht Francoforte. Per rialzarsi di nuovo, per capire se ci sarà un posto per lui nel Real Madrid del domani.
La risposta sull’oggi l’ha avuta e non è stata piacevole. Anzi, è stata una bocciatura quasi totale. Nell’Eintracht attuale, invece, Adi Hütter non vede l’ora di affiancarlo ad André Silva e a Daichi Kamada. Non sarà forse un tridente esplosivo e quasi perfetto come quello che componeva con Haller (appena passato all'Ajax) e Rebic (protagonista al Milan), ma può tornare a illuminare il Waldstadion come succedeva un anno e mezzo fa.
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