HOOPS PORTRAITS - Elgin Baylor, il pioniere volante
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Non è stato «Dr J prima del Doctor e Jordan prima di Jordan».
Semmai sono stati Julius e Michael gli Elgin Baylor della loro epoca.
Baylor ha aperto loro la strada - e solo in senso metaforico: perché Elgin volava.
In campo, lui ala piccola di 1,96, unico con Bill Russell (centro di Boston) ai tempi - i formidabili Sixties - a farlo sopra il ferro.
E fuori, da pioniere della lotta al razzismo.
Da matricola, non ammesso - lui con altri due compagni neri - da un hotel di mid-town a Charleston, il venerdì sera, di fronte ai 2356 del Civic Center, se ne restò in borghese in panchina. I Royals vinsero 95-91, e scoppiò l'incidente diplomatico.
L'American Business Club di Cincy aveva investito tra gli 800 e i mille dollari perché in cartellone c'era Baylor. E il sabato mattina, con la squadra ripartita prima di mezzogiorno, il promoter della ABC - tale H. Thomas Corrie - spedì al commissioner NBA, Maurice Podoloff, un telegramma di fuoco.
«Urge disciplinary action against Elgin Baylor of Minneapolis club, who refused to play against Cincinnati here Friday night in protest of hotel segregation. Records show Minneapolis club was advised on Dec. 29 that segregation enforced at hotels. His absence from lineup most embarrassing to us and damaged our chances of promoting future NBA games here.»
Nato a Washington il 16 settembre del '34, uscito da Seattle University era stato PRIMA scelta assoluta al Draft NBA '58 dei Lakers. I Minneapolis Lakers. Che solo due anni dopo - nel '60 - si sarebbero trasferiti a Los Angeles. Altro mondo, altra America.
Il suo "22" gialloviola pende oggi dalle volte dello Staples Center, al cui esterno campeggia la sua statua.
Undici volte All-Star e per dieci primo quintetto NBA. Detiene il record di punti in una gara di finale, 61 (+22 rimbalzi) in gara 5 del '62 sui dinastici Celtics: undici titoli in 13 anni.
Nel '60 in regular season ne aveva scritti 71 ai Knicks, allora record NBA prima dei 100 di Chamberlain, gli 81 di Kobe, i 73 di David Thompson.
No, Baylor l'anello non l'ha mai vinto. Quando finalmente i Lakers ci riuscirono, nel '71-72, la stagione della striscia-record dei 33 successi iniziali, lui - ormai 37-enne, per acciacchi e infortuni - li aveva lasciati dopo appena nove partite.
Vincere non era nel suo destino. Come non lo era al microfono della CBS, che nel '74 lo sostituì - durante - quegli stessi playoff per cui lo aveva scritturato come analyst.
E in 22 anni da giemme dei Los Angeles... Clippers (e pure Executive of the Year 2006), dopo che per un lustro aveva anche provato ad allenare, ai New Orleans Jazz.
Altra musica. Non la sua strada. Non poteva più volare.
Elgin prima del Doctor, Baylor prima di Michael.
PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
lunedì 22 marzo 2021
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