GIRODIARIO ’87 - 20 maggio, raduno a Sanremo: che Casinò che sta per scoppiare quaggiù


Ti sei distratto e qui c’è il caos. 
(Che casino che è scoppiato qua giù.) 

Si dorme sempre con il colpo in canna. 
(Che casino che è scoppiato qua giù.) 

L’uomo non capisce più che cos’è la vita. 
(Che casino che è scoppiato qua giù.) 

L’uomo non conosce più il senso della vita. 
(Che casino che è scoppiato qua giù.) 

Ti uccidono da quando tu stai già in pancia. 
(Che casino che è scoppiato qua giù.) 

– Adriano Celentano, Deus (1981) 


di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©


«Rien ne va plus, les jeux sont faits». I giochi sono fatti. Chi c’è, c’è (Francesco Moser, candidato ideale per la prima rosa, per esempio, no). 

Per un pomeriggio, quello di mercoledì 20 maggio 1987, sul piazzale antistante il Casinò di Sanremo niente nero classico da smoking, ma una variopinta carovana in tuta e magliette. Con una notevole – e notata – eccezione: lo squadrone che, in tutta intenzione, il mondo (di quel Giro) tremare farà; la Carrera, gran favorita della 70-esima edizione. 

Ragazzi, come sponsor questi mica han gelati, mobilifici, materassi & affini: questi vogliono andar a menar per l’Europa un marchio casual finché si vuole ma di un certo stile. E, soprattutto, vincente. 

Magari un filo kitsch, ma del tutto in linea – anzi all’avanguardia – per l’epoca. 

Alle foto di rito, con stretta di mano fra i papabili uomini-faro della corsa, mentre l’iridato Argentin sfoggia il sopramaglia rugbistico a righine orizzontali della Gewiss-Bianchi e Saronni la classica tuta blu con colletto interno e bordini gialli e sul cuore il richiamo «del tongo colnago» (tutto in minuscole), Stephen Roche posa nel suo spezzato (pseudo) impeccabile: pantalone blu, camicia giallina e giacca a quadretti grigio-azzurrina con, sul taschino, la scritta ricamata “Carrera” sopra e sotto il logo: tre corridori in bianco stilizzati, uno dei quali si staglia sugli altri due. 

Col senno del poi (e forse pure del prima e del durante), un’immagine quasi profetica nel simboleggiare le molteplici anime del team. 

La linea dettata dai patron Tacchella, perlomeno nel fashion, appare però chiara. La Carrera si presenta non solo per vincere ma per distinguersi, farsi notare. Specie all’estero. Mission accomplished. Niente cravatta ma, ahiloro, in stridente contrasto sul mocassino in simil-pelle blu, peccato per il calzino bianco che fa molto Michael Jackson e (sic) sin troppo late-Eighties. 

La Tre giorni sanremese del Giro è appena all’inizio. Da domani, giovedì 21 maggio, espletate le operazioni preliminari (accrediti, punzonatura, verifiche e riunioni), rien ne va plus. I giochi stan per cominciare. Come il (gran) casino che sta per scoppiare quaggiù.
CHRISTIAN GIORDANO ©
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