MLS, il Sogno americano di tanti paisà
Il Sogno Americano resta sempre quello. Anche se i paisà di oggi ci arrivano volando da star in business, e non da bastimenti in terza classe per Ellis Island.
Una ventina abbondante gli "Insigne prima di insigne" nella MLS. Italians do it better - anche nel calcio, e pazienza se nell'hollywood boulvard della carriera.
Prima della Major League ci fu però la NASL, esperimento fallito due volte nonostante Chinaglia e Wilson, la risposta tricolore - e biancoceleste-Lazio - alle superstar internazionali dell'epoca e compagni nei New York Cosmos, di Beckenbauer e Pelé (che però si ritirò nel '77, l'anno prima dell'arrivo di Wilson).
Bettega in prestito ai Toronto Blizzard fu una meteora, ma aprì la strada, e rafforzò il modello: un grosso nome che facesse da richiamo per importanti comunità locali.
E quella italiana di Toronto, dopo Bobby-gol e prima di Insigne, ha abbracciato Giovinco.
A Montreal, si sono sentiti a casa Corradi (che dedicò il suo primo gol all'amico scomparso morosini), Di Vaio, Donadel, Matteo Ferrari, Matteo Mancosu, Nesta, Paponi, Pisanu.
Campioni e comprimari. Vogliosi non solo di monetizzare ma anche di vivere il soccer del Mondo Nuovo: Donadoni (ai Metrostars con Caricola) e Pirlo a New York, Zenga in versione Spiderman e Galderisi ai New England Revolution, Cudicini ai Los Angeles Galaxy.
Nocerino che, andato a svernare a Orlando, al sole della Florida ha fatto un gol anche senza avere accanto Ibra.
La classe operaia che va in paradiso: anche nel soccer, il Sogno Americano più americano che c'è.
SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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