VDB: mascherato tra gli amatori
Frank Vandenbroucke, il belga talento del ciclismo poi travolto da una vita sregolata, corre tra gli amatori sotto falso nome: sul tesserino la foto di Tom Boonen
di CLAUDIO GHISALBERTI
La Gazzetta dello Sport - 24 agosto 2006
MILANO, 24 agosto 2006 - Era considerato il più grande talento del ciclismo belga dopo Eddy Merckx. Ma il talento, Frank Vandenbroucke lo ha dissipato con una vita sul filo del rasoio. Lui però non sa scendere dalla bici e pur di stare in corsa lo fa tra gli amatori sotto falso nome e con la foto di Tom Boonen sulla tessera.
Una giornata d’estate. Sole, grande caldo, l’asfalto delle strade che sembra coprirsi di specchi. E’ la fata morgana, fenomeno ottico simile al miraggio. Una giornata stupenda per una bella pedalata. un po’ meno se ti attacchi un numero sulla schiena e ti butti nella mischia per una corsa. Ma la voglia è tanta. Mercoledì pomeriggio, a Inverno, piccolo paese agricolo nella pianura della provincia di Pavia, sponda destra del Lambro meridionale, si trovano in più di 200 cicloamatori. Tre corse. L’ultima partenza, alle 16.30, è per cadetti, junior e senior, cioè per chi ha tra i 19 e i 39 anni e che viaggia per 60 km a quasi 45 di media. Ciclisti di ogni età e ogni tipo, variopinti e folcloristici, ma tutti molto preparati. Qualcuno anche troppo, che tanto i controlli antidoping...
BIONDINO Tra gli junior c’è un corridore che sembra avere qualcosa in più. Gli esperti direbbero che quel biondino con la maglia azzurra e la bici verde con il numero 6 sulla schiena ha classe, oltre che una bella donna che lo aspetta a bordo strada. Sarà la fata morgana. Ha talmente tanta classe che sembra Frank Vandenbroucke. Ma dai, t’immagini...? Ma sì. E’ da questo inverno che lo vedono girare da queste parti. Nell’inverno di Inverno, di sicuro la fata morgana non c’è. Vive da queste parti, cascina San Giuseppe. Lo segue un tale Davide Posca, dottore. Questo Posca viveva a Carugo, in provincia di Como. Da pochi anni s’è trasferito da queste parti.
UNIBET Ma non può essere Vdb. Lui è ancora pro’, corre per la belga Unibet, che tanto spinge per avere una licenza ProTour. Ok che da qualche settimana s’è rimesso a correre anche Evgeny Berzin, vincitore del Giro d’Italia 1994, ma lui è veramente un ex. Ha la sua bella pancetta, anche se calata rispetto ai mesi scorsi. Lui vende auto e ogni tanto pedala. Quello no, non può essere Vandenbroucke, il re della Liegi ’99. Ti sbagli. E’ lui. Vedi con che facilità se ne va da solo. Pedala sul velluto. Comincio a crederci. Mi hanno detto che anche la scorsa settimana a Cergnago, vicino Mortara, in una gara come questa lo avevano visto. Maglia bianca, pantaloncini della Landbouwkredit, numero 54. La fuga del numero 6 finisce male. Viene ripreso a poco più di un chilometro all’arrivo. Così, invece di imboccare l’ultima curva a destra verso il traguardo, gira a sinistra e va a casa. Tanto è solo un chilometro più avanti. Casa che è del Posca. Lo sprint lo vince Manzoni davanti a Giambelli. Livio Merlini, il presidente di giuria, alla fine ci resta male e nella sua semplicità pone una domanda inquietante: "Ma perché Vandenbroucke dovrebbe venire qua a prenderci in giro?".
DOMANDE Già, perché? Perché quello che è stato una grandissima speranza, che ha 52 vittorie nel palmarès, ma anche l’esperienza di essere prelevato da casa con le manette per traffico di sostanze dopanti (gli vennero travate in casa anche EPO e morfina) non riesce a scendere dalla bici e mettersi alla prova in una vita normale? Perché non riesce a dire basta uno che a causa delle medicine prese a scopo di doping arrivò a una depressione così profonda da spaventare la moglie con degli spari, seppure in aria? Perché Davide Posca, il suo nuovo redentore, nega di conoscerlo ("Vandenbroucke? Non so chi sia. No, il numero 6 non è lui"). Perché VDB corre con un cartellino falso e chi lo va a ritirare a fine gara, fugge appena viene interpellato? Perché un’ora dopo la fine della corsa l’aia della cascina pullula di cicloamatori? Frank Vandenbroucke è seduto tra loro.
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