Reisman: “Quella volta che convinsi Rodman, armato, a venire a Southeastern Oklahoma State”
By Ario Rossi - 28 aprile 2020
Ad inizio carriera universitaria Rodman aveva pochissime offerte, rispetto alle sorelle che erano più talentuose: Debra (vista anche ad Ancona, portata dall’agenzia di Federico Buffa e Guido Bagatta) e Kim vinsero titoli statali tra Louisiana Tech e Stephen F. Austin, mentre Dennis giocava in un piccolo college. Si chiamava Cooke County (ora North Central Texas), ad un’ora di auto da Dallas, città dove abitava, nel quale teneva medie di 17.6 punti e 13.3 rimbalzi. Tuttavia giocò solamente il primo semestre a causa di un pessimo rendimento accademico.
Fu qui che si inserì coach Lonn Reisman, assistente a Southeastern Oklahoma State, college iscritto alla NAIA con sede a Durant, a circa due ore di auto da Dallas. “Era grezzo, ma super atletico con un motore che non avevo mai visto fino ad allora. Era instancabile”, ha detto Reisman al NY Times. “Sapevo che non sarebbe stato facile convincerlo, ma sognavo di portarlo ai Savages”.
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Qualche settimana dopo, Reisman tornò a Gainesville per vederlo giocare di nuovo. O almeno quello era il piano. Venne informato che Dennis aveva lasciato l’università per tornare a Dallas, ma la segreteria del Cooke County College non lasciò all’allenatore il numero di Rodman additando problemi di privacy. Dopo aver insistito parecchio con numerose chiamate, alla fine cedettero.
“Chiamai sua madre che mi invitò subito a Dallas. Quando arrivai, però, Rodman non voleva alzarsi dal letto. Bussai e aspettai, bussai e aspettai. Gli dimostrai che non l’avrei lasciato solo”, ha continuato coach Reisman. “Alla fine aprì la porta. E ci fu subito tra noi una sintonia immediata, cosa che accade davvero con pochi giovani reclutati”. Il pomeriggio stesso Reisman tornò a Southeastern Oklahoma State portando con sé anche Rodman, che per sicurezza brandì un fucile per tutto il tragitto.
“Gli dissi che aveva un enorme talento, non se ne rendeva conto. Per dire, dopo il primo inserimento nel quintetto All American della NAIA dopo la stagione da sophomore (la prima con i Savages) non sapeva nemmeno cosa fosse quel premio, che poi avrebbe vinto anche nei due anni successivi”, ha aggiunto Reisman. In Oklahoma, Rodman avrebbe trovato il padre di cui ha sempre sentito la mancanza.
Poi la scelta dei Pistons al draft, al secondo giro, come si vede anche nel terzo episodio di The Last Dance. Chuck Daly si accorse subito che Rodman era “veloce come una Ferrari e non finiva mai la benzina”.
Rodman non si è mai dimenticato di coach Reisman, tantoché fu il primo ad essere ringraziato da un super commosso “The Worm” nel giorno del suo inserimento nella Naismith Basketball Hall of Fame.
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