FENOMENO DONCIC - CACCIA AL TITOLO MA BOSTON È FAVORITA


Stanotte gara-1 in casa Celtics, la miglior squadra della stagione regolare. Mavs con l’ex Irving

di Davide Chinellato · 6 Giu 2024
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Sul sito gli highlights delle Finals, la cronaca delle partite, i video con i commenti, le interviste ai protagonisti e le curiosità A Boston (lunedì 24 alle 2 della notte italiana)

fenomeno vincendo quel titolo che gli è sfuggito nel 2022, quando i Celtics persero 4-2 con Golden State. «Se vuoi essere nella storia di Boston devi vincere, perché qui contano solo i titoli - ha detto Tatum -. Tutti i grandi che sono stati qui prima di noi hanno vinto: serve essere speciali per giocare per i Celtics»: Tatum lo è, come la sua co-star Jaylen Brown, eletto con merito mvp delle finali a Est vinte 4-0 contro Indiana. I due, insieme da tutta la carriera, sono molto simili: intelligenti sia in campo che fuori, così schivi da preferire alle luce dei riflettori quelle della palestra, dove cercano di migliorare, entrambi mettono la squadra davanti alle esigenze del singolo. È anche grazie al loro essere star senza essere primadonna che Boston è arrivata a giocarsi il titolo, considerato l’unico obiettivo possibile dopo l’acquisto estivo di Jrue Holiday: sarà lui, assieme al compagno di backcourt Derrick White, ad avere la missione impossibile di provare a fermare Dončić e Kyrie Irving, la coppia d’oro di Dallas. Boston ha il vantaggio del campo, un gioco offensivo basato sul fatto che i sei migliori sanno tutti tirare da tre, sono giocatori completi sia in attacco che in difesa e possono tutti essere decisivi. Sono favoriti, ma pur avendo vinto 12 partite su 14 nei playoff non sono stati perfetti.

Stelle

È anche su questo che Dallas costruisce la corsa a quel titolo che nella sua storia ha vinto solo 13 anni fa, battendo da sfavoriti i primi Miami Heat di LeBron James. Anche quest’anno la squadra di Jason Kidd (nel 2011 era il play titolare di quei Mavs guidati da Dirk Nowitzki) è sfavorita,

Chiunque vinca tra Boston e Dallas, la NBA eleggerà il sesto campione diverso in sei stagioni: non è mai capitato. La serie è cominciata nel 2019 con Toronto, poi Lakers 2020, Milwaukee 2021, Golden State 2022 e Denver 2023. «Ci piace l’idea che ogni squadra possa competere: la parità che stiamo vedendo in questi anni è positiva per la NBA» ha detto il vice commissioner Mark Tatum ma non è stato un problema contro Clippers, Oklahoma City e Minnesota soprattutto grazie a Dončić, i cui playoff sono stati straordinari (28,8 punti, 9,6 rimbalzi e 8,8 assist di media) nonostante abbia giocato infortunato. Come lo sono stati quelli di Irving: il TD Garden lo fischierà, ma Kyrie rispetto a quando si è fatto odiare dal pubblico di Boston è maturato e ha capito che era finito ai margini della NBA per colpa sua e che far funzionare la partnership con Dončić era il modo giusto per riprendersi il posto tra le stelle NBA. «Kyrie è eccezionale - ha detto di lui Dončić -. Io e lui siamo i leader di questa squadra, ma lui è quello che è già stato alle Finals, che le ha vinte (2016 con Cleveland, ndr)». Avrà un ruolo importante, come Gafford e Washington, che hanno cambiato Dallas a febbraio, e come il rookie Derek Lively, sotto canestro il pericolo pubblico numero uno per Boston.

Europei

Saranno Finals internazionali, con 13 non americani in campo, un record. Lo diventerebbero ancora di più se scoccasse davvero l’ora di Luka: sarebbe il terzo mvp delle Finals europeo negli ultimi 4 anni, e si prenderebbe quel titolo di migliore di tutti che appartiene a Jokić. Tatum permettendo, ovviamente.

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