"Poker-čar" a Isola 2000, il Re Sole di un Tour da qui all'eternità
Poker-čar. Dopo Valloire, Pla d'Adet e Plateau de Beille, il quarto di nobiltà del re sole del Tour. Di un giallo così intenso da rifulgere per i posteri, più che per la contemporaneità.
Tadej Pogačar - di fatto - il suo terzo Tour lo aveva già ipotecato nel tappone del 14 luglio; ma a Isola 2000, dove si è allenato nel mese intercorso tra il trionfo al Giro e il Tour, vi ha posto il 18° sigillo. Il suo record di vittorie stagionali, una in più del 2023. La 15ª in carriera al Tour, la 24ª nei grandi giri.
Capìta l'antifona, la Visma-Lease a bike di Jonas Vingegaard puntava almeno alla seconda tappa-regina: 4374 metri di dislivello con tre GPM tutti oltre quota duemila: i due hors-catègorie (Col de Vars e Cime de la Bonette, con i suoi - artificiosi - 2806 mt il tetto d'Europa) e l'arrivo ai 2024.
E ha sganciato subito Wilco Kelderman, Christophe Laporte e Matteo Jorgenson, l'americanone vincitore quest'anno della Parigi-Nizza. Dove domenica - causa Giochi - si concluderà, con la crono, la Grande Boucle 111.
La UAE Emirates ha controllato a distanza con i "soliti" Marc Soler e Nils Politt, Adam Yates e João Almeida. Poi, a meno di 10 km dall'arrivo, è partito lui, Tadej. In nove km ha recuperato 3' ai fuggitivi.
Lo sloveno ha poi chiuso con 21" su Jorgenson, l'ultimo superstite della fuga, 40" su Simon Yates (il gemello-rivale di Adam), 1'11" su Richard Carapaz, che coi 20 punti sul Vars e i 40 sulla Bonette ha (per ora) sfilato a Pogačar la maglia a pois: 101 a 87 per l'ecuadoriano.
Quinto e sesto, a 1'42", Evenepoel e Vingegaard; i due che accompagneranno Tadej sul podio finale di Nizza: alla vigilia dell'ultimo tappone alpino, a 5'03" il danese in lacrime all'arrivo; a 7'01" il belga matricola al Tour.
Un Tour, come il suo Re Sole, da qui all'eternità.
PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
venerdì 19 luglio 2024
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