Roglic, che brivido


BETTINI. Rimonta Primoz Roglic, 34, duella con Ben O’Connor, 28, in maglia rossa. 
Nelle ultime 8 tappe, lo sloveno ha recuperato 3’30” all’australiano

Fora, cambia bici ma riesce a salvarsi. Oggi mira alla vetta

Vince Groves su Van Aert, lo sloveno aiutato da Martinez non perde secondi. 
Ora il tremendo Cuitu Negru

1 Sep 2024 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA
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Uno come Dani Martinez è sempre meglio averlo dalla propria parte. Egan Bernal se lo ricorda bene: era in maglia rosa al Giro d’Italia 2021, ma scalando la salita trentina di Sega di Ala stava vivendo un momento difficile. Si salvò – e poi vinse il Giro a Milano – anche grazie all’aiuto e all’incitamento del compagno, in una scena diventata iconica grazie ai fotografi che l’avevano immortalata.

Sospiro 

Ora Dani Martinez – secondo al Giro d’Italia 2024 alle spalle di Tadej Pogacarsta con Primoz Roglic e da ieri pure lo sloveno ha almeno un buon motivo per ringraziarlo: nella discesa del Puerto de Leitariegos, tappa 14 della Vuelta a 14 chilometri dalla conclusione, Roglic ha forato. Si andava velocissimi, non era certo il momento ideale. Un brivido, anzi un susto, visto che siamo in Spagna: Martinez ha dato la bicicletta al capitano che ha potuto così in 4 chilometri - con l’aiuto dei compagni - riaccordarsi al gruppo della maglia rossa O’Connor e agli altri big, dopo aver avuto un ritardo massimo di 30”. 

In volata, ci si aspettava il poker di Van Aert che aveva fatto lavorare la Visma tutto il giorno, ma il belga — leader sia della classifica della maglia a punti sia di quella della montagna — è stato battuto dall’australiano Kaden Groves: esito che a Roglic non deve essere interessato più di tanto, lui si era già messo in salvo. 

Un salvataggio doppio quello dello sloveno, visto che il suo nome non è apparso in serata nel comunicato della giuria che ricapitola le sanzioni di giornata: dopo la foratura si era fermato sul lato sinistro della strada per procedere al cambio bici con l’ammiraglia e Martinez, cosa vietata perché la parte di sinistra è riservata al superamento di moto e auto. Bisogna fermarsi a destra, dunque, ma nel report di fine tappa non c’era traccia dell’accaduto. «Nell’applicazione del regolamento va sempre usato il buon senso - fa sapere una fonte alla Gazzetta —. La discesa era tecnica, veloce, e visto il punto in cui Roglic aveva avuto il problema, fermarsi a destra sarebbe stato più rischioso». La situazione in classifica: Ben O’Connor – al comando dalla sesta tappa - ha 1’21” su Roglic, 3’01” su Mas, 3’13” su Carapaz e 3’20” su Landa.

Aria 

La sensazione è che Roglic sia pronto al sorpasso, senza dimenticare che ha dalla sua parte la cronometro finale di domenica prossima, 24,6 chilometri a Madrid. Ma già oggi la Vuelta può vivere un giorno cruciale perché l’arrivo in salita – preceduto da altri due GPM di prima categoria - suona terribile già dal nome, Cuitu Negru. Si sfiorano i 2000 metri (1847 all’arrivo): 18,9 km al 7,4% medio, max 24%. Così la pendenza degli ultimi 3 km: 12,1%, 13,5%, 13,8%... 

Nelle ultime 8 tappe, Roglic ha recuperato 3’30” al leader, eppure O’Connor ieri non era pessimista: «Al comando ci sono ancora io». Roglic ammoniva che «la parte più dura della Vuelta deve ancora arrivare». Entrambi si sono mostrati d’accordo su un punto: «Il Cuitu Negru sarà epico».

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