O’Connor si salva, ma Roglic è a 5”. E Van Aert va KO
Ai Laghi di Covadonga vince Soler, con Zana 2°. Primoz vede la vetta, Wout in lacrime si ritira
La Gazzetta dello Sport - Verona
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA
Ben O’Connor aveva capito che la maglia rossa era rimasta sulle sue spalle. Ma allora perché, una volta tagliato il traguardo, è sceso fino alla zona dei bus, circa 15 chilometri più in basso, non fermandosi al podio per la premiazione? «Perché pensavo fosse lì dove stavo andando, e non a 500 metri dall’arrivo. Per fortuna mi hanno riportato con l’auto e non sono dovuto risalire in bicicletta...». Si vedeva poco ai Laghi di Covadonga, traguardo in salita iconico che la Vuelta ha proposto alla 16a tappa: la nebbia l’ha fatta da padrone oltre alla pioggia, ma la sostanza non è sfuggita al termine di un’altra giornata che di storie ne ha raccontate parecchie: a cominciare dall’operazione rimonta di Primoz Roglic che resta in corso, ma che non si è ancora compiuta del tutto.
Distacchi
Lo sloveno ha ancora una volta staccato O’Connor in salita, negli ultimi cinque chilometri, e ha guadagnato 58”: l’australiano si è salvato per 5” quando di tappe ne mancano cinque. E dunque per ora la penalità di 20” subita da Roglic a causa di scia con l’auto, domenica, fa la differenza. Il successo di giornata è andato allo spagnolo Marc Soler, compagno di Tadej Pogacar alla UAE-Emirates che si è dimostrato il migliore tra i fuggitivi, ma si è comportato bene il nostro Filippo Zana, 2° a 18” (ancora in evidenza pure Marco Frigo, 7°). Oggi e domani non sono attesi scossoni in classifica, ma non si può mai dire: venerdì e sabato le ultime salite, domenica la cronometro finale di Madrid (24,6 chilometri) che sorride a Rogla. Lo sloveno è il favorito per il successo finale – sarebbe l a quarta volta, al pari dell’attuale primatista Roberto Heras – però sorprese non si possono escludere. In Spagna sperano in una alleanza tra Mas, terzo a 1’25”, e Landa, quinto a 2’18”: improbabile, ma non impossibile. E neppure Carapaz, orgoglio dell’Ecuador, 4° a 1’46”, ha intenzione di arrendersi...
Destino
In ogni caso, chi si perderà questi ultimi giorni è Wout Van Aert, che stava disputando una Vuelta favolosa: tre successi di tappa, la maglia della classifica a punti, quella a pois blu della montagna. Pure ieri era in fuga, non lontano dalla migliore versione di se stesso. Caduto una prima volta, senza conseguenze, si è dovuto arrendere dopo essere scivolato nella discesa – bagnata e insidiosa - della Collada Llomena, a circa 45 km dal traguardo, una volta che Engelhardt era finito a terra davanti a lui. Ha cambiato bici, ha provato a ripartire, ma era visibilmente ferito e il dolore al ginocchio destro si è dimostrato troppo forte. «Ci ha detto che non ce la faceva», ha riferito il ds della Visma, Engels. Sono almeno 8 le volte in cui è caduto nel 2024: per l’incidente nell’Attraverso le Fiandre, a fine marzo, era stato costretto a saltare il Giro d’Italia, dove era molto atteso al debutto. Wout ora puntava su Europeo (15 settembre) e Mondiale (29): e adesso? In ogni caso, l’augurio di tutti è che riesca a rimettersi perché merita di giocarsi le proprie possibilità, scacciando ogni fantasma e tutti i ‘rovesci’ subiti, in particolare in questa stagione.
Umori
Primoz Roglic è scappato via dal traguardo in fretta senza parlare, viste anche le condizioni del meteo avverse. «Non avevo il computerino e dunque nessuna idea della potenza che spingevo - ha detto O’Connor -. Mi sono sentito bene, anche se non abbastanza per restare con Roglic e gli altri rivali. Anzitutto spero che questi cinque secondi mi diano la possibilità di restare al comando per altre due tappe. Poi nel fine settimana vedremo...». L’onore delle armi, comunque vada, se l’è guadagnato.
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